Ciao Amico!
Ciao Papo,
oggi la mia lettera non è proprio per te direttamente, ti scrivo quel che ho scritto ad una cara persona.
“Ciao Amico, ogni lettera a Papo che ti ho inviato è corredata da una fotografia di Papo e Totta, le posto sulla mia pagina feisbuk, puoi andare avanti a leggerle lì se ti fa piacere.
Io per ora faccio questo: provo a vivere con e per mia figlia e mia moglie; provo a vivere con e per me stesso, se riesco a dormire un po’ riprendo a correre, e stasera vado ad una lezione di yoga; sto con la mia famiglia e gli amici, solo quelli veri; un lavoro vero, di quelli di merda che ogni giorno ti incazzi, ma che sostenta la mia famiglia, ci sarà tempo per migliorarlo, o magari cambiarlo; e soprattutto scrivo queste lettere a Papo. Come ho scritto in una delle cinque lettere, sto cominciando a coltivare un Grande Sogno: “… In tanti mi dicono di farti diventare un libro, mi dicono di scrivere un libro, perché sono bravo a scrivere e soprattutto perché tu sei Fantastico quindi a suo tempo diventerai un entusiasmante racconto ma a scrivere devo diventare bravo almeno come Erri De Luca per rendere davvero omaggio alla tua Straordinaria Unicità. Verrà pubblicato almeno almeno da Feltrinelli e col tempo ne faranno un film che vincerà l’Oscar. Ecco, mi sembra che nell’infinito di qua, dove siamo rimasti noi altri, questo sia il minimo plauso che io possa regalarti, anche se a te gli applausi e i complimenti facevano imbarazzare, “Ciuccelloni” che non siamo altro noi“.
Da quando Papo è dall’altra parte dell’infinito, tranne che con mia figlia, mia moglie e gli affetti più cari, per il resto ho vinto il bonus “Faccio il cazzo che voglio” (solo quel che mi fa stare il meglio possibile) e mi scappa presto il “Vaffanculo e levati dai coglioni” di tutto il resto non mi interessa e non sono affari che mi riguardano.
Grazie per l’ascolto, ciao, buona giornata e buona vita meglio che riesci! A.”.
Papo bellissimo mio, nella vita di qua dall’infinito c’è ancora da lottare per tutto, anche se siamo rimasti menomati a morte dalla tua perdita. È puro egoismo ma tu non sai, o forse sì, quanto ci manchi fisicamente. Continuiamo a fare lavoretti con le tue foto, ieri con Totta abbiamo tappezzato tutte le scale di casa, io ti sento così vicino a scrivere, parlare, guardare tue foto e video, che poi quando c’è altra gente ti cerco in mezzo a loro e realizzo che qui con noi non ci sei più e la morte nera mi piomba addosso. Una sensazione di avvilente smarrimento mi coglie: “Ma…!!? Come è possibile…!!? Papo era qui con noi fino adesso…”, attimo di panico, vado a stare da solo da qualche parte, piango, mi assalgono tutti i pensieri più brutti e più tristi e poi finalmente col tuo tocco magico mi prendi per mano, mi torni in mente bello, allegro, forte, spensierato e “sano” come sei sempre stato, e sono pronto per ritornare a stare in mezzo a chi vive la vita da questa parte dell’infinito.
Ti stavo dicendo che da questa parte dell’otto in orizzontale, adesso che mi ci fai pensare, ricordo che non credevi nel dio delle religioni dogmatiche e monoteiste, come credevi nella reincarnazione, invece ti piaceva molto il simbolo dell’infinito! Papo, fammi andare al dunque, lo so che mi distrai perché ti sto scocciando anche oggi con le mie troppe parole… C’è ancora da lottare per tutto di qua, non ci hanno consegnato né Nobel, né Oscar, né hanno dato a Totta una Laurea, né a me e alla mamma pensione anticipata, lavorano ancora come pazzi pure i nonni… né un sacco di soldi per provare ad organizzarci la vita meglio che riusciamo. C’è da combattere ancora molto, più soli, deboli e feriti di prima ma noi, se già ce lo avevi insegnato quando eri da ‘ste parti, siamo più concentrati solo su ciò che ha un vero valore e proviamo ad essere Leggeri anche in bilico sul burrone, anche questo ci hai insegnato tu, giorno per giorno per dieci lunghi anni interi.
Ti saluto SuperEroe, avrai ben altro da fare che dare ascolto ad un vecchiardo logorroico, divertiti sempre tanto!
Papà
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