Emme e la mia Arte stupida

 

Ciao Papo,
è andata meglio. Questi giorni in ufficio con Alì e Roberto che hanno installato i pc nuovi è sono state giornate più leggere e divertenti perché la cazzata scappava più facilmente. Non sono cambiato Papo, quando sono in compagnia sparo sempre un sacco di cazzate e la gente ride, ride sempre, funziono ancora benissimo Amore Bello! Proprio come te! Abbiamo preso uno dall’altro noi due!
Ieri sera sono andato al cinema a vedere il nuovo film di Will Smith. Mi sono dato il tempo di dormirci sopra prima di scrivertene. Stamattina mi alzo, presto come sempre e mi andava di rilassarmi facendomi un bel bagno caldo. Preparo la vasca, mi ci sdraio e comincio a scriverti ma mi arriva una mail che fa così:

Voglio dirti una cosa. E voglio farlo, credimi, con tutta l’umiltà del mondo. Senza pretendere di insegnarti come soffrire e come reinventarti una vita dopo la morte di un figlio. Ma se ho una speranza di esserti d’aiuto, devo far finta di non avr mai conosciuto Papo, di non avergli scritto ieri sera e di stare a guardare semplicemente dall’esterno il quadro devastante di una famiglia che perde un figlio.
Per questo, ti dirò quello che segue.
Quasi nessuno di noi, al momento della morte, arrivi questa a 90 o a 9 anni, è mai riuscito a realizzare tutto quello che aveva in mente di fare. I sogni restano sogni, i libri nel cassetto, la casa da ristrutturare resta un plastico in cantina… e questo perché non sta a chi vive realizzare i sogni di chi muore. Chi vive ha solo il dovere, terribile in certi casi, di continuare a vivere. Credo tu abbia capito dove voglio arrivare. Scusami, non detestarmi e continua a leggere, se puoi. Credo che le uniche cose che tu abbia il dovere di fare davvero per onorarlo sia: che papà diventi un comico di professione (e magari, andare a vivere in campagna). Poi far pubblicare le tue lettere, la ristampa delle massime e delle minime e mamma ho fatto la cacca alla Feltrinelli e venderli nelle scuole per comprare defibrillatori. Perché non puoi e non devi tenerlo in vita terminando ciò che lui non ha potuto finire. Anche se il suo tempo è stato poco, la sua vita è stata piena, ha concluso il suo circolo e, continuare a volerla estendere è, come in ospedale quel giorno, accanimento terapeutico. L’unico modo per rendere onore a una vita bella, simpatica, talentuosa e colorata come quella di Papo è trasformare la vostra tragedia in un’opportunità per gli altri. Chiamali Papi i defibrillatori e lascia che Papo salvi la vita agli altri.

La lettera di Emme va avanti in questo modo, dicendo questo genere di cose. Le rispondo, calmo e sereno, perché con garbo, come ha fatto Emme, mi si può dire tutto, con meno tatto o nel momento sbagliato mi chiudo e mando lautamente a fare in culo.

Fai bene a ‘caziarmi’ ascolto tutto e se è il caso recepisco anche. Qualcosa, tanto, da recepire c’è ma sto affrontando un percorso. Le canzoni le finiamo, cazzo se le finiamo! E saranno Successi!
La gente si immedesima nelle mie Lettere ed ognuno elabora e percepisce a modo suo ma di fondo unisce tutti il fatto che dolore e morte fanno paura e mettono a tacere ed invece io col cazzo che sto zitto!
Io sul palco con le mie cose comiche non ci salgo più. Invece fare lo scrittore e finire il mio romanzo “Glauco Besozzi” lo prendo seriamente in considerazione.
Il film parla del dolore che si trasforma in Amore, se vuoi scrivere il tuo minuto leggi qui: http://www.paposuperhero.com/site/la-salita-storie-di-un-minuto/ Non parla di Papo. Papo è simbolo di Amore è per tutti un mezzo e un fine.
La gente sana, normale, che si inculi e ci pensi lei ai defibrillatori. Io la beneficenza l’ho già fatta! Ho Regalato tanto alla mia comunità, in tempo, impegno, azioni concrete e soldi ma purtroppo alla mia causa non è servito a un cazzo. Papo è altrove. Ed io non userò mai lo specchietto per le allodole della beneficenza per promuovere quanto riguarda Papo.

Quindi Papo ho deciso di non scriverti di “Collateral beauty” ma di dare ascolto a Emme. Questa è la mia Arte Stupida. Ti faccio leggere un paio di recensioni di film che io e te abbiamo visto insieme:

Revenant – Redivivo.
Vedovo, per mettere subito le cose in chiaro e cominciare di slancio; lo assale un orso e lo riduce in fin di vita; infermo gli ammazzano davanti agli occhi il figlio; con le gambe rotte, in inverno, tra neve e ghiaccio mentre attraversa col passo del ghepardo Montana, Dakota del nord, Dakota del sud, Nebraska, Iowa, Kansas e Missouri scampa un assalto indiano buttandosi nelle rapide del fiume; un indiano solitario gli presta soccorso ma da lì a poco lo trova appeso per il collo ad un albero; ruba un cavallo ma inseguito dagli indiani precipita in un burrone, il cavallo si schianta e muore, lui incolume ma deve affrontare l’ennesima notte al gelo, quindi sbudella il cavallo e ci si infila dentro a dormire. Il film si porta a conclusione con la classica storia di vendetta personale alla ‘Il conte di Montecristo’, Dumas docet.
Non fosse Di Caprio il Bello d’Annata e non avesse le physique du rôle si starebbe assistendo a “Il secondo tragico Fantozzi”. Non sembrasse la parodia di Bear Grylls sarebbe compiutamente un bel film. Non so se il nostro prode vincerà l’Oscar, sicuro il premio Sfiga è garantito!

Spiderman secondo atto della seconda saga, recensione a modo mio.
Devo ammettere, mio malgrado, che in ‘sto periodo sono molto meglio i film dei Supereroi Marvel rispetto ai cartoni animati, molto deludenti sia Lego The Movie, che Rio 2, appena salvabile Mr. Peabody & Sherman ed il peggiore in assoluto quello dell’animazione 3d dei dinosauri. Con Spiderman secondo atto della seconda saga prosegue il periodo introspettivo dei Supereroi, l’introspezione del protagonista prevede che esso non si conceda manco sotto tortura a Sticchi di Santo degni del podio anche nelle più agguerrite edizioni delle Patonziadi… la saga del Supereroe introspettivo è cominciata con Batman Begins, proseguita con il primo Spiderman del secondo ciclo, continuata con quella clavata negli zebedei che è stato L’Uomo d’acciaio… film meno fumettosi e più ricchi di complotti, contro complotti e colpi di scena, è siffatto anche il secondo Capitan America, tanto che tutti i bimbi più piccoli in sala hanno tentato il sabotaggio del film parlando dall’inizio alla fine e pure qualche mononeuronico papà… gli effetti speciali del secondo Uomo ragno secondo ciclo sono davvero sbalorditivi, hanno avvinto pure me che di solito provo coinvolgimento solo per ostriche con le gambe che abbondano di piumaggio… Il film scorre e si lascia guardare ma qualche macroscopica cazzata non può non farsi notare, alcune detonano ancor più forti delle bombe elettriche sparate dall’antagonista dell’aracnoeroe, tipo quando dopo quindici anni Peter Parker sulle tracce del papà scomparso infila un gettone nel girello di una metropolitana abbandonata e gli appaiono binario 9 e 3/4 e trenino di Hogwarts allestito di tutto punto a laboratorio chimico col pc ancora acceso dopo quindici anni, manco Beghelli in acido avrebbe osato tanto… per un momento lo spettatore si sente sbalzato in Harry Potter, pochi istanti e torna a bomba all’odierna cazzata, che in quanto a cazzata solenne non ha nulla da invidiare al maghetto della Rowling. I meccanismi dell’orologio dello scontro finale evocano un altro film per ragazzi, Hugo Cabret, film per ragazzi fruibile solo da ragazzi imbastiti di Sambuca e Stravecchio… una cosa gli americani ce la devono spiegare a noi vecchi europei: come minchia è possibile che a N.Y. appena qualche mostro mutante mette a soqquadro la città e l’intera sopravvivenza della specie umana sul pianeta, appaiono transenne dal nulla e tutti i passanti si accalcano a guardare il famelico meganoide, incuranti che questo possa far di loro polenta e brasato? Lo scivolone di copione sullo scienziato sadico che parla con accento spiccatamente teutonico imputiamolo ai doppiatori nostrani se no con tutte ‘ste critiche a Hollywood corriamo il rischio di un attacco nucleare in serata… sulla scena clou del film, una ragazza che precipita nel vuoto, una bimba che coi popcorn ha inghiottito il dolby surround incredula urla: “Nooo!! Ma è morta!!?”, ci pensa il padre, probabilmente psicologo infantile, a rassicurarla: “E certo che è morta! Io muoio se cado dal primo piano, questa è volata giù da un grattacielo…!!”.
Alla prossima scorribanda in calzamaglia!

Durante la giornata ad Emme ho spedito anche tre delle canzoni che stiamo facendo. In direzione ostinata e contraria diceva De André. A me fare ‘ste cose serve per stare meglio. Poi col tempo cambierà. Ma a me ora serve così e ci rimarrà tanto di te Papo, tutto quello che dolore, Amore, Fantasia e Creatività saranno riusciti a creare.
Papà

PS: Papo, ti ricordi che ridere quando Totta era andata dalla mamma a mostrarle il dito medio che le faceva male?

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