Metti due giorni a Roma senza vedere Roma…

 

Ciao Papo,
finalmente dopo due giorni a Roma sono tornato alla tua scrivania.
Puoi dire a tutti quelli che mi postano la puntata di Porta a porta e de La vita in diretta sulla mia bacheca che sono cosciente di essere stato da Vespa dalla Parodi? Sono tutti contenti per noi Papo! Questo è molto bello, l’affetto ed il calore della gente, anche se noi non siamo dei compagnoni, è tanto bello. La cura che ci mettono i nostri Custodi, Elisabetta compresa, investita del titolo honoris causa di “Custodia Antalofata” è una storia nella storia da raccontare, noi siamo altro. Io sono soddisfatto e spossato. Contento per ora riesco ad esserlo solo per quel che riguarda Totta e te. Sto capendo come si fa ad essere papà di un figlio di qua e di un figlio di là dall’Infinito.
Quante Lettere 124 ti ho scritto e non finito… c’è Lettera 124 iniziata due mattine fa alle 3.57 nella quale ti parlo di quando Luna aveva mangiato le ossa del pollo. C’è Lettera 124 del Don Giovanni che è proprio a Fatima e si raccomanda con Maria per te e mi dà del caprone. C’è un’altra Lettera 124 scritta sul treno col telefonino perché non riesco a far funzionare il wifi del pc e persa verso la fine facendo un copia e incolla. Lettera 124 scritta di corsa poco prima di arrivare alla Rai ma non aveva senso, meglio parlare col ragazzo del taxi che mi ascoltava come fossi un alieno. Papo ma quanti sono quelli che si sono arresi al fatto che il dolore debba essere sempre e solo brutto, scuro, nero, tenebroso e si debba vivere nell’abisso di sé stessi?
Hai visto Papo il signor Vespa, con me e te si è comportato da Signore, da bravo e paziente padrone di casa, come faceva correre tutti gli addetti di studio? Le borse qua, no là, il trucco sì, il trucco no, “Scusatemi ma a me serve un bagno!”. Papo a momenti mi fanno pisciare addosso prima di andare in studio da Vespa. Una trottola in una giostra impazzita, tanto che gli dico: “Ma non siamo noi di Milano quelli frenetici?”. Anche questi mi guardano come un alieno, penso che stiano pensando: “Ma a questo non è morto un figlio?”. Mi portano in studio da Vespa. Tra scendere dal taxi, fare il badge Rai, borse qua, borse là, trucco, pipì, non sono passati più di cinque minuti. Papo, eri con me o eri preso dalle tue faccende? Hai visto il signor Vespa? E’ vero che si strofina le mani quando aspetta! Mi dà la mano e si complimenta per come hai vissuto e per come ti abbiamo cresciuto. Non mi sono preparato, non sapevo cosa mi avrebbe domandato e da quando tu sei dall’altra parte dell’infinito le emozioni non mi emozionano mica più troppo… la pasta al sugo è sempre la pasta al sugo ma non è più la pasta al sugo di prima, questo, perché non ti tocco, non ti vedo, non ti sento, questo è il problema! Comunque non penso: ascolto e rispondo. Incespico anche mentre leggo Eroe… dai, pazienza, mi è proprio andata insieme la vista. Va tutto liscio come deve andare.
Poi quella roba, intervista, si chiama intervista, che ho fatto io da Bruno Vespa a Porta a porta va in onda verso mezzanotte e tutti a farmi i complimenti. Io mi guardo, la mamma mi ha fatto grazioso, ma l’esprimermi e il dire quello che voglio mi riesce a pieno scrivendo e non mi riesce parlando. Parlando mi viene da dire minchiate, come si fa con gli amici. Uscendo dallo studio televisivo realizzo che più di così nel mondo al di qua dell’Infinito ci sono solo l’udienza papale, una passeggiata con Dalai Lama, una birra con Obama e il meeting “Sesso e parrucco della politica” con Trump e Berlusconi.
Papo, il giorno dopo dalla Parodi, la sorella più grande e seria, Cristina. Portamento austero, begli occhi profondi ed espressivi, anche lei sensibile ed umana, anche a lei ho fatto raccomandazioni… io che faccio le raccomandazioni a Vespa e alla Parodi… mi ci vedi Papo…!!? L’unica raccomandazione che faccio a te e Totta è: divertitevi! Hai ragione, a volte vi faccio dei gran Pipponi ma perché penso vi facciano più colti e belli… però non ho il dono della sintesi della Mamma, hai ragione Papo! Finito il servizio mi avvicina Marco Liorni, capisce al volo che tipo sono, mi stringe forte la mano e mi dice che si fa così! Che la nostra storia è incredibilmente bella, piena di coraggio, senso e allegria! Di esempio e speranza per tutti, di continuare a raccontarla così, con questa umana spontaneità.
Gentili, cordiali, umani e dei bravi professionisti Ilaria di Porta a porta e Maurizio de La vita in diretta, hanno montato loro due i servizi che sono andati in onda. Come ringraziare la famiglia Millozzi che ci ha dato ospitalità e Valentina e Gloria per le bellissime chiacchiere davanti a pizza e birra?
Papo, le persone che seguono la pagina sono diventate 15.000, mi hanno scritto in migliaia, dai tu una voce che provo a rispondere a tutti anche se non è umanamente possibile farlo. Le case editrici più importanti d’Italia vogliono pubblicare i tuoi libri perché ne riconoscono un alto valore umano e letterario. In tutta ‘sta bella storia, pochissimi, un paio su quindicimila, commenti stonati. Con gli stonati non ci litigo, per carità. Gli stonati dovrebbe sapere prima di parlare.

Settembre 2013.
Cabaret. Ragazzi, io non sono sereno. Non mi posso impegnare in ‘sta cosa.
La mia vita è passata dallo scrivere per il cabaret e scegliere i gusti della pizza a leggere e firmare moduli per anestesia, operazione, tagliando per portatori di handicap, pratiche per pensione di invalidità, pensare a tutte le domande possibili da fare ai medici, trovare i migliori specialisti che ci sono sulla piazza. Per un bimbo di 7 anni, per il mio Piccolo. Non me ne frega più un cazzo di niente. Ho perso gusto a fare tutto. E sono nervoso, a volte sono una bestia. E me la prendo pure con Nik, i bimbi e Luna, il nostro cagnolino. Il mio stato d’animo va su e giù. Su perché 99.999 su 100.000 per quello che è successo a Papo si muore e lui invece è qui con noi e sta bene! Giù perché non riesco a togliermi dalla testa “Perché proprio a lui!!?”. Giù perché non è finita… in adolescenza Papo dovrà affrontare un trapianto di cuore. E dobbiamo scongiurare sia anche dei polmoni perché vorrebbe dire morte certa. Il mal funzionamento del cuore di Papo potrebbe rompergli anche i polmoni. Sono cose lunghe e delicate che si affrontano armandosi di santa pazienza. Pazienza che in questo momento, dopo lo spavento per l’aritmia, la sincope, la morte scongiurata, il ricovero, la ripresa, l’operazione, la ripresa, la normalità, la pazienza me l’hanno prosciugata. Quindi spero possiate capire che me del cabaret, della Corte, di Zelig, di me stesso, frega più un cazzo! Le cose della vita mi portano in un’altra direzione. Devo essere magro e forte per essere anche le gambe di Papo, devo guadagnare qualche soldo in più per aver un po’ di agio e toglierci qualche sfizio in più, devo continuare a far amare Papo in modo che sia protetto dall’amore che lo circonda.
Vi chiedo tanto scusa ragazzi, per avervi gettato addosso parte della mia angoscia. Ma alla fine penso d’essere fortunato perché non posso che vederla dal lato positivo, l’unico dal quale guardare le cose, se no si fa prima a farla finita. E’ che ogni tanto, soprattutto in ‘sto periodo non ci riesco. Purtroppo ho un carattere che mi fa prendere tutto di petto quindi siccome andare avanti col cabaret mi succhia tempo, energie e non mi rilassa ma mi pone in competizione e mi macera se non faccio bene e se non diventa un lavoro e se non arrivo in tv, ho deciso che la comicità, che mi scorre nel sangue e mi gira nel cervello da quando sono piccolo, deve tornare a rivestire solo il suo ruolo magico che ha sempre avuto per me: quello di arma che rende più belle le mie giornate, il mezzo che mi fa stare combattivo e di buon umore. Perché solo il buon umore ti salva da una vita che altrimenti sarebbe di merda.
Si aggiunga che nei miei sragionamenti a Nik sono morti i genitori quando aveva 19 anni… a 19 anni tutrice delle sue sorelle di 16 e 13… pensavo che il conto con la SFIGA fosse ampiamente pagato… ed invece…
La vita è tutta davanti non posso vivere nel ricordo di quello che ero, non posso struggermi nel dubbio di quello che sarei potuto diventare. Soprattutto non potrò mai rinfacciare a mio figlio che per il suo problema io non sono diventato chi volevo essere, quindi è tempo di scegliere, almeno definitivamente, dai per un po’. La vita è tutta davanti e non posso che guardarla con fiducia perché la ricerca di anno in anno fa passi da gigante!
Dopo la tempesta uno torna alle sue cose, al suo lavoro, alle sue passioni ma non so più quali e cosa sono. So solo che sto bene quando sto con i miei bimbi.
Tutto e tutti intorno vanno avanti come se nulla fosse successo, boh… forse ho solo bisogno io di trovare qualcosa in cui buttarmi a capofitto. Ho scelto la mia Famiglia.

Papo, nell’immaginario collettivo si pensa che andare in tv sia una figata a me invece se pur con piacere è pesato e peserà perché non sono andato a divertirmi. Ho fatto le interviste come fossero la cosa più normale del mondo, perché le emozioni non mi emozionano più tanto, perché la pasta non ha più il sapore di prima, perché tu da qualche parte ci sei e se ti scoccia quello che faccio devi venire dall’altra parte dell’Infinito qui nel mondo dei finiti a dirmi “Eccomi qua, pà, sto bene! Tranquillo! Dai rilassati, ti aspetto qui, fai con calma!”. Me l’hai già detto, anche se non ho visto la tua bellissima faccia e non ho sentito la tua voce squillante che riempiva il nostro mondo, mi hai detto di andare avanti perché tutti devono sapere che la morte non esiste, è una gran cazzata, è solo una porta aperta.
Papà

PS Papo, gliela diamo una dritta a curiosi e distratti? I servizi Rai sulla nostra storia li trovate qui:

Porta a porta:
http://www.raiplay.it/video/2017/01/Porta-a-Porta-134d3668-cec7-4965-942d-3148ba3516c0.html

La vita in diretta:
http://www.raiplay.it/programmi/lavitaindiretta/puntate/stagione2016-2017

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6 Comments

  1. Lalla levrida ha detto:

    Anche noi abbiamo in casa una cucciolona che si chiama Luna

  2. Amato Alfonso ha detto:

    Ai proprio ragione i spaghetti col sugo non hanno lo stesso sapore di prima e neanche le giornate neanche il futuro

  3. silvia ha detto:

    Ciao, 13 anni fa Andrea il mio nipotino di5 anni se ne andato come dici tu nell’infinito ,il dolore ci accompagna silenzioso ma costante ,i perché proprio lui i cosa avrei dovuto o potuto fare ci consumano ma la vita va avanti,per suo fratello che lo vive come fosse qui,per andare avanti ci vuole forza e tu ne hai un abbraccio a tutti voi, silvia.

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