Anonimo Mennea

 

 

Ciao Papo,
il Tuo Cammello con le corna suona così: https://youtu.be/W0G0-6QXzfo
Grazie a Diego Skifezza che l’ha scritta e cantata, a Totta, i Cuginetti e un po’ di tuoi amichetti che ne hanno cantato i cori. Macilla Capo Supremo di noi musicherini mi ha dato il permesso di far sentire questo pezzetto de “Il Cammello con le corna” ai nostri amici. Chissà se e dove state volando Tu e il Tuo Cammello… mi hai raccontato una volta tramite il Ponte che sei un bambino farfalla, che ora la Tua Immensa Fantasia è davvero compiuta e che le Tue Invenzioni si realizzano e le vivi per davvero!
Stiamo musicando anche “Ho visto dio” da pagina 68 del Tuo Libro:
“Ho visto dio, era nella morte di un bambino nato sano.
Ho visto dio, era nella lunga vita di un bambino nato con una severa patologia.
Ho visto dio, era nell’operosità di un padre che non si arrende di fronte a niente.
Ho visto dio, era nelle lacrime e nello smarrimento di una madre.
Ho visto dio, era in una famiglia tutta unita contro il mostro.
Ho visto dio, era nella lasagna della nonna.
Ho visto dio, era in uno di quei bellissimi cartoni animati che per un paio d’ore ti rapiscono.
Ho visto dio, era tra le nuvole a cavallo di un grosso drago.
Allora siccome ho visto dio in ogni gesto e in ogni cosa, ho provato a parlargli ma aveva troppo da fare per starmi ad ascoltare. Scorreva nella linfa di alberi e piante; portava su e giù la marea; pompava sangue in ogni essere vivente; teneva in branco le gazzelle e affamato il leone. E mentre osservavo tutto ciò ho incrociato il suo sguardo, una frazione di secondo, ed ho visto che dio era donna, troppo affaccendata a regalare vita, riprendersela e trasformarla in nuova linfa per fermarsi a dare ascolto ai nostri perché. In quello sguardo di un istante, durato una vita, ho capito che la mamma di tutto e tutti è stata così generosa e furba da regalare a noi uomini, che ci crediamo il dio in terra, la ragione! Così da essere i fautori del nostro destino e trovarci o perderci, finché non torneremo, solo di passaggio, tra le sue braccia”.
 
Papo, scrivo anche battute, perché mi fa bene scriverle, ridere e fare ridere le persone. Ho inventato questi tre personaggi, magari tra qualche tempo metterò insieme un libro con mischiate le storie e le avventure di ‘sti tre matti:
 
Il guerrigliero della penombra si fregia del grande pregio dell’umiltà! Sin da piccolo salutava la sua genitrice dicendole: “Ciao madre di Dio!”.
Paulo Coelhone – Il Manovale del Guerrigliero della penombra
 
Ho un cazzo di mal di schiena, culo e anima che adesso mi accendo un incenso di tofu e menta piperita tra le chiappe e guarisco d’emblée da tutti i dolori che sento! I rimedi dell’alternativo sciamano metropolitano di turno… ALLA SOCIETA’ NON SERVONO EROI MA IL PIU’ ALTO NUMERO DI GENTE NORMALE, FANTASIOSA, CIVILE!
Arcano Pennazzi, Storia delle Storie di racconti rovinosi all’inizio ma dall’alto contenuto civico sul finale!
 
Non importa se non riesci a parlare, a me basta ascoltare il tuo silenzio. Io intanto scoreggio, giusto per sottofondo.
Anonimo dei Baci Perugina, mai pubblicato, innamorato non corrisposto
 
Ti ho fatto ridere? Mamma ha riso tanto! Quanto bello quando faccio ridere Mamma!
Le regole dell’assurdo comandano questo mondo di qua dall’Infinito Papo… se non usciva articolo sul Corriere, se non andavo da Vespa e dalla Parodi, se non andavo poi da Costanzo non ci si filava nessuno e il Tuo Libro non pubblicavano… come si fa a non capire che queste Lettere e il Tuo Libro non sono un “Fenomeno social” ma sono Vita! Sono una Vera e Propria Rivoluzione d’Amore! Vita Vera! Vita che continua! Vita che non chiede d’essere pianta in un vano show televisivo ma che vuol pulsare tra la gente! Non hanno capito che siamo dei carri armati d’Amore… non hanno capito che non ci fermiamo più… non hanno capito che non è ricordare e fare cose “in memoria di…” ma è Continuare a Vivere!
Papo, quando ero piccolo c’era un atleta di nome Pietro Mennea, era un Monumento vivente alla dedizione al lavoro e all’abnegazione alla fatica, tanto da diventare antipatico ed addirittura odioso per la stampa, ma lui non se ne curava e correva, si allenava e lavorava. Ritiratosi dalle corse agonistiche conseguì addirittura quattro lauree. Lo avevo fatto conoscere a Te e Totta guardando una puntata di Sfide. M’era venuto di farvelo vedere per farvi capire che se vi foste appassionati veramente a qualcosa di profondamente Vostro, avreste avuto uno scopo e una marcia in più nella vita. Scrivevo questo un paio d’anni fa, quando era finalmente diventato bravo e a mio agio a stare sul palco al cabaret:
“Voglio far fatica, come Pietro Mennea, succhiar la linfa dalla vita che non è fatta di aperitivi e fica. Non voglio godermi un cazzo ma sudare, lottare e correre veloce incontro e contro tutto, pure alla morte. Voglio distillare il mio sudore goccia dopo goccia e renderlo nettare per il mio palato insaziabile. Voglio rovinare la vita di chi mi sta accanto, per la mia ossessione di vincere, superarmi, cavare fuori da me il meglio possibile. Voglio Onorare i Sogni e dare Valore al Talento. Ma tra poco gli anni saranno quaranta… e sono stato troppo pigro, comodo e codardo e guardo con un misto di ammirazione e frustrazione ai Mennea di turno. Dice il Saggio: “La corsa è lunga ed alla fine è solo con te stesso”; tra Sogno, Talento e sentirsi sempre nel posto sbagliato non è facile mettere a tacere il Mennea che hai dentro che reclama il suo Spazio Vitale. Ma me la gioco a pari e dispari con le forze misteriose del destino, della natura e della scienza e realizzo ogni respiro che il mio Sogno più Grande, quello che sbilancia tutta una vita, si gioca tra cellule imbizzarrite e pulsazioni. E a me veder vincere questa Sfida, la più ardua tra le Sfide, alla persona a me più Cara, basta e avanza per sentirmi soddisfatto come il più affermato tra i Campioni. Non so se ci credo, provo a convincermene, mi smentisco dopo un paio di minuti, aleggio nel dubbio e provo ad andare avanti, sicuro so solo che devo baciarmi il culo lussandomi il rachide e ringraziare: Grazie! Grazie! Grazie!”.
 
Papo, non me lo bacio il culo lussandomi il rachide… l’Unica partita da Vincere se l’è portata a casa quel Fottuto Bastardo del Mostro… Tu t’eri appassionato alla Vita e quanto bene l’hai vissuta! Quanta ce ne hai lasciata! Tutte le cose Belle, Artistiche e Divertenti che riuscirò a fare saranno le Tue Conquiste! Le Imprese di Papo, il Ragazzino che dall’altra parte dell’Infinito Vive ed Ispira ancora questo mondo circoscritto!
Le Bestemmie, gli scuotimenti involontari del mio capo come a dire “No, non è possibile proprio a Papo”, i “Vaffanculo!”, gli “Stronzo!” a dio, la natura, la genetica, quel qualcosa che ti ha condannato così presto sono ancora molti ma ogni volta che ti scrivo una Lettera la leggo ad alta voce, più e più volte. Ti parlo spesso a voce alta e ti chiedo il Tuo parere, abbraccio l’aria e le dico che ti voglio bene!
 
Cazzo se ci sei Papo!
Papà

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