Economia alla Bubka
ti stavo scrivendo una cosa che mi piaceva tantissimo raccontarti, stasera o domani la finisco e te la mando, poi tra radio e feisbuk ho continuato a nastro a sentire menzionare di ‘sta idiozia del black friday, una delle più grandi puttanate che ci propinano in ‘sta vita da ‘sta parte dell’Infinito. Se a me già danno noia 1.000.000.000 di cose che devo fare in quanto abitante di ‘sto mondo, sollevarmi da ‘ste cagate disumane mi pare il minimo.
Scrivevo così un bel po’ di anni fa nei miei appunti di Decrescita.
Economia alla Bubka (03.04.’08)
Scusate se mi scappa il post, alle volte capita che mi scappi ed oggi è proprio uno di quei giorni in cui mi scappa il post…
Ve lo ricordate Sergej Bubka il pluri campione di salto con l’asta?
La storia lo ricorda come un grande atleta ma se analizziamo nemmeno poi così approfonditamente la sua avventura sportiva non possiamo che annoverarlo tra i più grandi economisti ed imprenditori di se stessi del secolo passato. L’esempio in carne, ossa ed asta di quella che è l’attività economico produttiva vigente. Un precursore! Io fossi stato lo zar gli avrei dato la laurea honoris causa in economia.
Balziamo indietro nel tempo, Bubka è un giovane atleta che con l’asta ci sa fare, ha una grande asta e l’adopera meglio di tutti. E già dai primi balzi si capisce di che pasta è fatto. A nove anni già decide che si dedicherà alla sua asta. Appena vent’enne nel 1983 vince un meeting ad Helsinki con la misura di 5.70 metri ed il mondo ebbe ben chiaro che il re dell’asta sarebbe da lì a poco diventato lui. Il 13 luglio 1985 fu il primo terrestre a balzare curvo oltre i 6 metri. Altezza che per lungo tempo venne considerata irraggiungibile. Fin quì tutto bene, limpido cristallino. Bubka continuò a migliorarsi in molte occasioni, un poco per volta. In quattro anni, dal 1984 al 1988 migliorò il record del mondo di 21 centimetri. Nell’arco dell’intera carriera stabilì 35, dico trentacinque, nuovi record mondiali. Cazzo che uomo! Minchia che atleta! Sti gran ciufoli che carriera!
Adesso prendiamo però in considerazione il colpo di genio che ebbe Bubka centellinandosi di salto in salto: l’Unione Sovietica pagava consederevoli premi monetari per ogni record. E allora perché sprecare di botto 35 bonus? Con assoluta probabilità lo Zar del salto con l’asta si sarebbe bruciato la possibilità di fare una sacca di soldi…
Tutto ciò non vi dice niente? Non avete mai fatto caso alla linea delle auto in continua evoluzione per rimanere sempre le stesse? Tutte immensamente uguali. Ci sono dieci utilitarie fotocopia, dieci ammiraglie fotocopia, dieci, cento, mille fotocopie!
Avete mai fatto caso al “baffo” sulle scarpe che di anno in anno va più su e più in giù, s’allarga, si stringe, alla linea del frigorifero che va e ritorna, alla forma del telefonino che perde un millimetro al mese, al taglio dei capelli. La moda è asservita alla produttività ed all’industria. La tecnologia al marketing. Ma a cosa serve tutto ciò?
A me serve cambiare l’auto ogni anno? No, io dovrò solo lavorare sempre di più!
A me e a mio figlio, a quelli che verranno dopo di noi, serve un auto che duri trent’anni perché è assurdo pagare un mutuo perenne per una cosa, l’auto, che non trattiene valore perché si deteriora, si svaluta e si rottama. Io sono più felice se dura trent’anni, sono più felice se inquina meno e spendo meno per muovermi!
Ma se inquina meno ci vuole meno benzina per muoverla e chi la estrae e la raffina piange, ha bisogno di venderne sempre di più. Dovremo continuare a fare guerre all’infinito per soddisfare i miei bisogni se non cambio i miei orizzonti.
Potremmo da oggi fare un balzo da giganti dando a tutti un tetto e del cibo ma noi coloni non esportiamo democrazia, la asportiamo, per creare nostri replicanti.
Potremmo… ma ciò che ci mette in moto è il denaro e allora avanti un passo per volta, creare dipendenza, bisogno, un sistema operativo via l’altro per sostituire macchine e programmi, un centimetro per volta come Bubka.
E continuiamo a saltare in alto e ad atterrare sul culo… livido… pomata… a domani… fin quando l’asta non ci farà un’inattesa colonscopia. Poi però non dite che non lo sapevamo…
Comprendere l’obsolescenza pianificata: http://www.youtube.com/watch?v=ovW7yI9Uzf8
Esempio lapalissiano di “Economia alla Bubka”:
Belinda Carlisle – Heaven Is A Place On Earth vent’anni dopo… http://www.youtube.com/watch?v=IKXxb3o_RdQ
MIKA – We Are Golden vent’anni prima… http://www.youtube.com/watch?v=0zvDmLnBgTs
Nella Tua Infinita Saggezza di Bambino in merito a discorsi tipo questo mi Illuminavi così:
Totta lamenta che le piace più il peluche delfino rispetto a quello foca regalatole da Babbo Natale lo scorso anno. Tu Papo provi a spiegarle che se avesse il delfino le piacerebbe di più la foca. Io la prendo larga partendo da “L’erba del vicino”; passando per le nostre insicurezze che ci portano a desiderare e pensiamo di colmarle comprandoci sempre più cose nuove; per arrivare alla pubblicità che ci instilla finti bisogni per vendere sempre più merci e su insicurezze e desiderio ci ha costruito una Scienza; per finire con: ci basterebbero pochi cari affetti, dei buoni amici, e cose semplici come: divertirci, giocare, cantare, ballare, esprimerci e dedicarci all’Arte per essere davvero Felici! Tu: “Sì Pà, però che palle fare sempre le stesse cose…!!”. Totta rincara la dose: “Papà ma Barbie capelli arcobaleno esiste davvero!”.
Non lo potevo sapere all’epoca che eri Anima Antica in viaggio da Secoli, è questo il Tuo nome da Indiano. Anche se quando eri piccolo, vestito di tutto punto da indiano, dicevi che il tuo nome di battaglia era Cappero Furioso. Oppure te ne uscivi con: «Di soprannome mi chiamo Uomo Tigre e di sotto al nome mi chiamo Falco Persona».
In direzione ostinata e contraria, col Tuo Bellissimo Muso Sorridente Sempre tra Cuore e Testa!
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