A denti storti
oggi ti voglio raccontare una storia.
Piccolo ti corre incontro con gli quegli occhi grandi pieni di speranza. Col sorriso buffo ingombrato da chi ha già i denti da adulto ma ancora la bocca da bimbo. Vorrebbe dirti mille cose ma non gliene esce mezza. Vorrebbe domandarti mille perché ma ha già imparato che il tempo scorre veloce, tra poco lo chiameranno per tornare su a casa. Sta li dritto impalato davanti a te e vedi che gli occhi gli si gonfiano per tutto ciò che vorrebbe dire e fare. Ma proprio non sa da dove incominciare. Ti allunga una mano, gliela stringi e ti porta in un posto a giocare. A pallone, alle macchine, a biglie, non importa a cosa basta stare assieme. E tu capisci che non serviva nessuna parola, nessun discorso, nessun regalo. Gli occhi sprizzavano solo dal desiderio di stare in compagnia. Vi guardate, vi scambiate un sorriso e lui finalmente sente che c’è il tempo per sprecare il fiato di una domanda: “Vieni a mangiare a casa mia”. Tu gli sorridi e dici si. Ma vorresti dirgli “Certo che ci vengo. Ci vengo per ringraziarti d’avermi fatto capire ancora una volta quanto è importante stare insieme senza pretese, solo per stare insieme. Per respirare la stessa aria. Gli adulti lo dimenticano di continuo e troppo in fretta. Grazie Piccolo!”.
Papo, parlavamo di denti… ogni dente che cade è una certezza che si sgretola. Nasciamo senza denti, poi si formano quelli da latte, le prime cose che assaporiamo e ci fanno formare gusti e opinioni. Cadono, impariamo a valutare, si formano i denti saldi, quelli veri che ci porteremo appresso per tutta la vita. Poi si consumano e si perdono anche questi man mano che si invecchia e come si perdono i denti si perdono le convinzioni e moriamo senza denti senza convinzioni. Senza sapere perché si sia passati. Solo una cosa è certa: l’importante era masticare la vita.
Amo i tuoi dentoni storti che prendono a morsi la vita, Grazie!
Papà Andrea Capitan Ciambella
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