Papà
Ciao Papo,
ogni giorno scrivendoti ho il privilegio di arrivare in fondo alla Lettera e poterla firmare scrivendo “Papà”.
Che bella parola Papà! Sai che le mie rotelle arrugginite girano a battute o poesie. M’è scappata questa…
Papà che fa rima con Babbà, Oplà e Felicità.
Papà che è assonanza con sicurezza, tenacia e lavoro.
Papà, ti tende la mano e ti osserva da lontano.
Papà che è fiato sul collo ai problemi e brezza per i sogni.
Sbuffa, incassa e avanza a testa bassa, Papà.
Un 25 aprile che libera dall’ansia di Mamma.
Papà forse sei tu il mio, lo scopriremo dove dicono ci sia Dio.
Jeans e scarpe da ginnastica, camicia, giacca e cravatta, petto nudo e calzoncini, comunque Papà.
Imbolsito, appesantito, stempiato, ferito, sfatto, straccio, sempre Papà.
Papà che ha sempre il dubbio di non aver fatto abbastanza.
Una lotta disperata contro l’insensato e l’assurdo, lascia stare Papà.
Papà che deve farsi una ragione perché sei molto più grande di lui,
ti lascia la mano e ti guarda andare lontano.
Papà che va bene tutto basta che sei felice e stai bene!
Papà che se ne deve fare una ragione qualsiasi cosa succeda.
Un passo, un altro, non si torna indietro per sempre Papà.
Manchi come l’ossigeno e sei l’unico a crearlo, ciao Fotosintesi clorofilliana!
Ne prendo una boccata:
Cena, Totta come tutte le sere ha il “troppo pieno” saturo e va in bagno. Trenta secondi e mi chiama per andare a pulirla. Nik mi anticipa: “Arrivo piccola!”. Io a ruota: “Arrivo Tottina”. Papo repentino: “Ma vi piace così tanto andarle a pulire il culo!!?”.
Papà
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