il Coraggio di essere io
Ciao Papo,
un bel corso di aggiornamento di primo soccorso è il toccasana che mi serviva oggi per stare bene! Mi serviva proprio sentire parlare di arresto cardiaco e ripiombare in ciò che ti è successo alla nascita, a sette anni ad Amsterdam, ad otto anni a scuola e a dieci anni in campeggio a Trieste. Mi serviva proprio ripercorrere le procedure di primo soccorso che ho sbagliato tutte nonostante avessi più volte fatto i corsi. Ho sbagliato perché io dovevo restare dentro il camper o al massimo appena fuori dal camper e praticarti il massaggio cardiaco. Andare avanti all’infinito a provare a farti comprimere il cuore rompendoti le costole per fare girare il sangue ed ossigenarti il cervello. Io invece ti ho preso di corsa in braccio e sono corso il più veloce possibile verso la reception del campeggio e solo lì ho cominciato a massaggiarti. Saranno passati trenta secondi o un minuto al massimo da quando avevi perso i sensi. Solo lì mi sono accorto che il defibrillatore che avevi impiantato nel petto non scaricava e non ti veniva a riprendere. I primi minuti sono cruciali per la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco. Una disperata lotta contro il tempo. I Tuoi occhi grandi e la Tua bocca si sono aperti un paio di volte a cercare ossigeno. io mi illudevo che ci fossi ancora Tu dentro il Tuo Meraviglioso corpicino da Atleta di Dio. Invece te ne eri già andato perché il Tuo fottuto cuore si era rotto. Arresto cardiaco da dissociazione elettromeccanica, volgarmente detto rottura del cuore. Non è valso a niente un’interminabile arresto cardiaco durato due ore. io, l’infermiere che hanno chiamato in campeggio, i dottori dell’ambulanza, il personale in ospedale. Non è valso a niente di ciò che ti è stato inferto ed ha dilaniato il Tuo Meraviglioso corpicino d’Atleta di Dio. Non avevo, non ho e non avrò mai sensi di colpa anche se ho sbagliato tutte le cose che potevo fare. Non ho pensieri antagonisti che mi riportano a quel momento e mi facciano dire ma se facevamo così… ma se facevamo cosà… tutto si è concatenato alla perfezione per andare come evidentemente, per logiche a Noi incomprensibili ed inconcepibili, doveva andare. Mamma che parte il giorno prima per tornare a lavorare; la pioggia di notte; io che rimango in veranda a stendere; Tu, Totta, Luna e i Nonni al bar a fare colazione; Tu che ti scappa la cacca e ovviamente non la fai lì al bar, caghi solo nel bagno di casa Tua o in quello del Tuo camper Tu, prendi su la biciclettina, affronti la salitella, indisposto tra digestione, cacca e salita, sappiamo solo che alle 9:26 del 22.08.’16 il Tuo cuore schizza all’improvviso a 150 battiti, non doveva e facevamo sempre in modo non superasse i 99 battiti.
Papo, cosa gli dici al corso di aggiornamento aziendale di primo soccorso se sei me? Ho parlato di Te solo alla mamma di Jacopo, un nome a caso che le sento dire alla sua collega parlando di suo figlio, una mamma a caso che mi ha riconosciuto e legge Lettere. Non dici niente! Perché la si mette sul ridere perché tanto non capita mai a nessuno. ‘Sto cazzo! Non sto a parlare di Te e del Tuo caso a tutti perché non ha senso farlo ma punto l’attenzione sul massaggio cardiaco qualora capitasse di trovarsi in questa situazione. Perché ‘sti cazzo di cuori vanno compressi e pompati efficacemente per provare a salvare una vita. Lo faccio coi miei modi che fanno ridere, perché a me viene bene e mi fa bene così, perché se si ride si apre il canale dell’ascolto, perché a ridere sempre di tutto me lo hai Sempre Insegnato Tu.
Io poi ti ho cercato e trovato mille volte in mille Piumette, in mille Cuori, in mille “J”, in mille Coincidenze, in mille Segni che a rimetterli in fila ed ordinarli mi dicono forte e chiaro che Tu Altrove Sei Vivo! Cazzo se lo Sei! Cazzo se continua a fare male che Tu non sei fisicamente qui ma la Certezza Assoluta che ci Sei e ci si riabbraccia quando sarà arrivato il Nostro Tempo, vince su Tutto e Tutti! io sono il mezzo e il testimone che raccoglie e racconta la Nostra Storia, il ruolo di Figlio è il Protagonista.
Papo, qualche giorno fa Mamma ha compiuto gli anni. Sei passato a farle gli auguri? Totta ed io le abbiamo preso un bel bracciale con quattro ciondolini, due cuori e due otto sdraiati a simboleggiare l’Infinito, lo ha scelto Totta appena lo ha visto.
Tetti
che sanno di storia, di smog, di aria
di sterco di uccelli, d’amore di gatti
di semi portati dal vento
di piantine cresciute e uccise dal sole.
Tetti
che guardano tutto dall’alto non vigilano,
non sorvegliano, lasciano scorrere.
Tetti
che sanno tutto di tutti
lì dall’alto
ma sono troppo pigri
o forse troppo saggi
per dire la loro.
Vero come il Fango
nato senza padre
adottato dalla terra
nutrito dal vento
dissetato dalla pioggia
morto senza dio.
Di Tetti e di Fango
sono tutti i nostri giorni tutti uguali.
Di Tetti e di Fango
sono gli Orizzonti cui Aspirare.
Di alto e di basso,
di Anima e materia,
di memoria e di ritorni
finché non te ne scordi
sono Tetti e Fango.
L’ho scritta io Papo.
silenziosa come un’ombra,
fugace come uno sguardo
ti sfioro leggera – non mi vedi
ti sussurro un sorriso – non mi senti
rimane il fruscio degli abiti
accarezzati dal mio sospiro
non parlare, non guardare
nulla potrai vedere attraverso
gli occhi ciechi del silenzio
NOI NO
Il tempo non esiste, i giorni non esistono.
Riguardano solo gli altri, che si affannano ansiosi
incespicando nei loro stessi piedi.
Non prendiamo parte al loro gioco,
né ubbidiamo docili alle loro regole,
assecondiamo certo l’apparenza di cui voraci si nutrono
per non essere additati come traditori.
Ma non ci occupiamo di loro, semplicemente li ignoriamo.
E così sottraiamo loro tutta l’energia
con cui testardi proseguono nel tentativo di domare
chi non potrà mai essere domato, né sottomesso, né vinto.
io, Noi
Questa l’ha scritta Mamma, una ventina d’anni fa… ho imparato a festeggiare il compleanno di Mamma nella sua casa nuova e a essere cordiale con Lei, Totta e la sua vita nuova. Ho imparato a fatica a proteggerla e rispettarla da lontano dallo scorso 30 aprile, quando ho mandato questo messaggio agli amici del quotidiano:
“Ciao,
molto brevemente, sarebbe più carino dirlo di persona ma raggiungervi tutti non è possibile se non organizzando una cena o un’assemblea ma per dire ‘ste cose non si organizzano né cene né assemblee. Ci andiamo dritto: ci separiamo. Non è né una brutta, né una notizia triste, è il cambiamento che meritiamo in serenità e amicizia dopo un lungo percorso pieno zeppo di Robe Belle che è giusto restino e continuino ad essere tali. Meritiamo entrambi di essere sereni e felici; meritiamo una “Seconda opportunità” in questo passaggio terreno; meritiamo Libertà, Voglia, Entusiasmo, Realizzazione e Amore; meritiamo di Amare ed essere Amati. Insieme non ci riusciamo più… e siccome siamo una Bellissima Coppia; siamo una Bellissima Famiglia; secondo il parere di medici, dottori e psicologi siamo esemplari nella gestione di una fottutissima patologia; ognuno a suo modo, diametralmente opposto, siamo esemplari nella gestione del lutto; oggi, ancora, siamo esemplari nel vivere al meglio la separazione; siamo esemplari nella solidarietà, Papo ha mosso in beneficenza 60.000 euro, siamo tutto questo e lo siamo da 20 anni. Siamo, tutto questo, non siamo ricordi, siamo vissuto presente che non abbiamo nessuna voglia di rovinare.
Dopo la sincope di Papo a scuola del novembre 2014 in Nik qualcosa s’è rotto riguardo la coppia. Il patatrac fatale occorso a Papo non ha più dato speranze a questo rapporto che nel tempo è diventato Fraterno e di Amicizia. La nostra premura di genitori è quella di far vivere Serena e Felice Totta che non ha mai assistito e mai assisterà a sfuriate, sceneggiate e litigate tra i suoi genitori e a maggior ragione tra nessun altro. Totta è una Bellissima Bambina così Matura da aver accolto al meglio tale notizia e la sta vivendo nel migliore dei modi. L’Amore, l’Entusiasmo e la Collaborazione la rendono comunque Fulcro di questo cambiamento.
Tutta la nostra Famiglia, da ambo le parti, continua ad avere un rapporto cordiale ed amichevole e ad adoperarsi per la serenità di tutti, soprattutto di Totta, di Papo e del resto dei nostri bambini. Ciò detto vi preghiamo di accogliere serenamente la notizia, di continuare a frequentarci, magari vedendoci anche un po’ più spesso e di non perdervi in inutili congetture e pettegolezzi. Abbiamo bisogno del vostro aiuto e della vostra collaborazione e per questo vi ringraziamo.
Ciao!
Andrea, Nicoletta, Carlotta e Jacopo
PS: non finisce, cambia, evolve, fino al giorno in cui tutti insieme torneremo a pescare
http://www.paposuperhero.com/site/2017/06/22/lettera-261/”.
Papo, quanto devo Evolvere io tutto insieme in questo passaggio terreno cosciente…!!?
Ho imparato a lasciar stare dove deve la Persona che mi ha fatto tornare la Voglia di Vivere.
Ho fatto un sacco di casini e deluso persone che volevano amarmi e prendersi cura di me con le quali mi scuso ma ho sempre messo le mani avanti dicendo che non ero pronto. io non sono ancora pronto per vivere questa vita nuova perché sto cercando Andrea che non è più padre di quella famiglia che non c’è più finché non si torna tutti insieme a pescare sotto al Nostro Ponte. Sto provando a vedermi io, a realizzarmi io, a sganciarmi io da deleterie dinamiche familiari che si ripropongono imperterrite da oltre un quanto di secolo, sto diventando io che è l’unica cosa che posso essere io, esattamente come Tu, Carismatica Anima Antica in viaggio da Secoli sei stato Papo e Sei Tu.
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1 Comment
Il dolore è grande la perdita di un figlio lascia un vuoto tremendo ma ammiro la forza con il quale riuscite a far vivere a noi la storia di papo grazieee e cmq riesci a capire molte cose della vita a volte ci si attacca a cose banali che poi ….