Zie
Ciao Papo,
qualche lettera fa, probabilmente nella 26 ti scrivevo che eri il Pirlo della nostra famiglia, quello che dettava i tempi e ci coordinava tutti. Dicevo che le tue zie avevano espresso benissimo questo concetto. Oggi la lettera te la scrivono tutta loro.
Non so che cazzo scrivere ma non posso non scriverti un cazzo.. e tra cazzi e cazzate mi viene solo in mente che tuo figlio per primo mi ha accolto da zia… “rubandomi” una macchinina modellino che mi regalò il mio primo amore. Mai avuto confidenza coi bimbi… e ogni abbraccio o “zia” conquistato a casa tua era un piccolo pizzicotto su una guancia, “Chi io?! Ma siete sicuri?!” Ogni volta che voleva mostrare qualcosa a me ne ero orgogliosa e stupita… perché diciamolo… il Leader nel gruppo era ed è lui. Non tu grande capa… non Zazzà grande capo, non Fra grande capa di minchia… nonostante i 7 anni… perché tutto questo è durato sempre… fino a quel braccialetto regalatomi prima di partire… a me… fatto per me… nessuno ha mai “fatto” con le sue mani niente per me… Quando siamo venuti a Trieste e son rimasta con Totta era tutto finito… l’imbarazzo, la stranezza… sono la Zia… penso io a lei… e se sono stata così “distante”, stupidamente in questi anni, per quel mancato senso di famiglia (nonostante la mia sia grande e allargata… ora) e quel timore… ora ci sono.
Tardi per troppe cose.
Tardi per troppe emozioni che potevano essere.
Ma in tempo ancora per altro.
E non è la maternità… è la necessità… di far parte di voi.
Vi voglio Ricchio’ e non devi rispondere sempre.
Zia Anto
Ciao amore bello…
Il giorno in cui sei nato ho ricominciato ad avere una famiglia. Lo ricorderò sempre. Da quel giorno ogni cosa ha avuto un senso, i compleanni, il Natale, lo stare insieme. Poi sono arrivati i cuginetti ma tu sei stato l’origine di tutto.
Da voi ho imparato tanto, ho apprezzato cose di cui non conoscevo l’esistenza. Ora potrei pensare che è tutto finito, che è tutto troppo triste. Invece, nonostante tutto, riesco a pensare a te solo mentre ridi e mi prendi in giro,con quell’aria da finto scienziato, e allora realizzo che nonostante tutta la rabbia e la tristezza che provo, non vivrò da sconfitta, non mi arrenderò alla tristezza e al dolore, ma vivrò con ancora più gusto e con quel sorriso strafottente con cui ti immagino. Non faccio che pensare a quanto siano meravigliosi e brillanti i tuoi bellissimi 10 anni con noi, chissà quanto saranno meravigliosi i prossimi che vivrai tra le stelle.
TI AMO TANTO, STAMMI VICINO.
Zia Pally
Oggi Papo nel mondo di qua dall’Infinito è una giornata che dovrebbe durare il doppio per riuscire a fare tutto. Sono già a lavoro dalle 6.30 ti ricordi le tue invettive contro la scuola ed il lavoro?
Straordinari
Tu Papo: “Mamma ma oggi che giorno è?”.
Mamma: “Sabato”.
Tu: “Ma papà è andato a lavoro? Mi sa che si è sbagliato! Dobbiamo avvisarlo di tornare a casa!”.
Papo riformista
Tu Papo: “Papà oggi è sabato?”.
Io: “No, è domenica”.
Tu: “Quindi domani si va a scuola?”.
Io: “Sì, domani si va a scuola e a lavoro”.
Tu: “Per quanti giorni?”.
Io: “La settimana è fatta dei giorni: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì in cui si va a scuola e a lavoro, e dei giorni sabato e domenica in cui ci si svaga e ci si riposa. Cinque giorni si va a scuola e a lavoro e due giorni si fa vacanza”.
Tu: “Ma non è giusto però!”.
Io: “Certo ci si potrebbe organizzare meglio, tipo quattro giorni si lavora e tre giorni si sta a casa”.
Tu: “No! Io ho un’idea più bella: cinque giorni si sta a casa e due giorni si va a scuola”.
Se vuoi venirci a trovare stasera siamo a suonare da Macilla con Scatolo e Diego Skifezza o se no passa da casa a salutare Totta e la mamma. Vedi tu, basta che ti fai sentire!
Ciao Bagliore nel dolore!
Papà
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