Jacopo è forte con i forti e debole con i deboli
Ciao Papo,
ogni giorno feisbuk mi mostra i ricordi di ciò che ho scritto negli anni ed io aspetto sempre che saltino fuori battute e foto di “Papo e Totta”. Oggi mi ha ricordato questo post del 1° novembre 2013:
Ieri sera doppietta da applausi di Papo che ci ha fatto scompisciare dal ridere! Papo mi stupisce sempre per agilità e lucidità di ragionamento e maestria nell’essere sempre arguto e dal frasario forbito! (Minchia, è mio figlio! ;-)). Fantasia e destrezza di una mezz’ala che si combinano con la prepotenza di un centravanti: Fuoriclasse!
Prima perla: auto, passiamo da Pellegrino Rossi, via milanese piena di negozi di immigrati, Papo vede un po’ di insegne ed esclama: “Quanti negozi cinesi! Ma quanti cinesi ci sono a Milano!!?”. Passa qualche minuto, percorriamo tutta la via che è lunga qualche chilometro e ci fermiamo sotto l’ennesima insegna cinese, a Nik torna in mente l’esclamazione di Papo e gli spiega: “Milano è una città multietnica, quindi ci sono persone di tante nazionalità…”. Non fa a tempo a finire che a Papo scappa: “Sì, Ma’, ne stavamo parlando un’ora fa… si sono dimenticati pure loro di essere cinesi…”.
Seconda gemma: per scrupolo andiamo al pronto soccorso di Niguarda (niente di grave tranquilli!). Alla sbarra, non sapendo bene cosa dire al custode comincio a raccontargli la rava e la fava partendo da Adamo ed Eva: “Buonasera, mio figlio è stato operato a settembre…”. Il custode, signore in carne, pugliese, sulla sessantina, dai modi spicci e garbati mi interrompe: “Deve andare al pronto soccorso? È di lá a sinistra!”. Papo come un falco in picchiata sulla preda: “Papà è talmente stufoso quando deve chiedere qualcosa che lo fanno passare subito!”.
Papo, non sono io che sono pazzo con ‘sta roba di scriverti ogni notte e volerti far conoscere al mondo, sei tu che sei davvero troppo Forte ed Universale ed il destino o chi per lui ha voluto farti diventare un “Mito Bambino”. La Custode delle traduzioni, Ida, un giorno mi ha scritto: “Grazie Andrea per avermi fatto conoscere Papo. Grazie ai tuoi racconti credo che Papo sia entrato nel cuore e nella mente di tante persone che avevano bisogno di un SuperEroe come lui! Nei miei sicuro!”. Io non capirò mai come sia possibile che si sia così diversi e dissimili nelle nostre reazioni e non vedo l’ora mi si pari di fronte uno stronzone, possibilmente alto uno e novanta, magari palestrato, che mi dia del mitomane per ‘sta storia delle Lettere. Papo, lo sbrano da vivo, gli spacco il costato a pugni e morsi e mi ci mangio il cuore come facevano gli indiani d’America con quei bastardi dei visi pallidi, così mi internano, buttano via la chiave e vado avanti a scriverti in santa pace da una cella. C’è chi non mi capisce, Papo… Ma cosa c’è da capire? Davvero la nostra vita è ‘sta roba scandita da lavoro, impegni e ricorrenze varie? Davvero è vero solo che si può vedere e toccare? Quanti inutili rifugi per non sentire la forza del vento, la potenza del mare, l’energia del sole, il fascino della luna, l’impenetrabilità della nebbia. Ma davvero si può essere di estrema destra? E dai, anche di estrema sinistra, che hai quasi fatto il giro e sei tornato dall’altra parte anche se i tuoi principi ed i tuoi ideali erano i più alti… Papo, che cazzo sto dicendoti?! Ti faceva così schifo la politica e soprattutto il politichese.
Ieri sera siamo stati al bar da Pietro vicino al lavoro della mamma, eravamo solo noi tre, sì quattro, c’era anche Luna, con Gin, con Gloria e Sean (아르 forse si scrive così in coreano, sicuro non si scrive Sean…), per voi bimbi panino con cotoletta, Papo quanto ti piacevano le cotolette?! Poi abbiamo giocato a Pictionary e le due mamme, in un prodigio telepatico via Padova – Corea del sud, ci hanno distrutto. Complice il fatto che io ho fatto dei disegni davvero pessimi, ti ricordi Papo come ti incazzavi per i miei disegni pedestri, vinceva sempre chi stava con la mamma. Poi mi prendevi in giro e ridevi come un matto! In una gara mondiale di disegno io arrivo dopo focomelici e tetraplegici, è proprio un dono che non ho ricevuto quello di saper disegnare. Tu invece, Papo, quando qualcosa ti colpiva correvi subito a ragionartela e a metabolizzarla con un disegno.
Pietro ci ha poi acceso un bel falò e siamo stati un’ora a guardare il fuoco. Gin mi ha fatto capire quanto sia complicato integrarsi qui da noi in Italia, complice il fatto di costumi, tradizioni e lingue così diverse. Quanto hanno sofferto la solitudine, loro adulti ed i loro bambini, che sono in classe con altri venti bambini ma sono lasciati soli perché diversi, stranieri. Gin mi ha anche detto che Gloria le dice: “Jacopo è forte con i forti e debole con i deboli”. Nel senso che con lei eri sempre dolce, gentile e disponibile ma coi bambini che facevano gli stronzoni eri duro e severo. E con le maestre più arcigne: quando vi spostavano di classe per l’ora di religione e finivate in una classe con una maestra temuta da tutti, a te anche se alzava la voce, come al solito, ti scivolava tutto addosso, non te ne curavi. Non ti faceva paura nessuno, noi pensavamo tu fossi solo strafottente, eri un semplice bambino. Come mi vergogno, Papo, delle volte che ho esagerato a sgridarti, ti ho scosso e ti ho dato un ceffone. Poi mi sentivo una merda e venivo a chiederti scusa e a spiegarti le mie reazioni eccessive a causa della tensione accumulata. La tensione purtroppo si scarica spesso nelle mura domestiche, con chi non ha colpe ed è più debole. Ha ragione la mamma, le botte non sono mai la soluzione giusta, sono lo sfogo di un momento, non educano e creano solo odio e distanza. Scusami ancora Papo.
Ho bisogno di non sentirmi solo e pazzo, ho bisogno di condividere questa lettera che mi ha scritto un operatore col quale hai vissuto tanti bei momenti entusiasmanti e felici, Papo.
Anonimo perché me lo ha chiesto lui, ma tanto tu Papo sai di chi si tratta.
“Ciao, oggi mi sono svegliato ed ho sentito che dovevo scrivere finalmente quella lettera che ho formulato centinaia di volte nella mia testa, ma mai trascritto sulla carta. Non credo che sia dovuta all’approssimarsi dei morti, Halloween o qualsiasi altra festa pagana, ho semplicemente a disposizione troppo tempo libero dai quotidiani impegni e la massa dei pensieri ha preso il sopravvento, mi sta travolgendo, oggi annego nella tristezza del tutto e nulla.
Il mio lavoro, che adoro, credo di essere nato per questo e non so pensarmi a fare altro, mi ha portato a conoscere Papo e la vostra eccentrica e meravigliosa famiglia. L’affetto in cui siete immersi ha del fiabesco, avete creato per i vostri figli un luogo ameno, dove credo che fate e folletti si trasferirebbero seduta stante, reputando troppo grigio il loro bosco incantato e il ruscelletto dalle chiare e fresche acque. In questo luogo amorevole un piccolo uomo ha lasciato il segno. Figlio dei più valorosi condottieri, un guerriero, affamato e curioso della vita in tutte le sfaccettature, dalle più luminose alle più tetre. Proprio un supereroe moderno. SuperPapo.
Per me, l’assenza fisica di Papo è tangibile, quasi ogni giorno e fa male, ricordare e pensare a lui, ma è nella mia natura, mi affeziono e voglio bene a tutti i piccoli amici.
Partecipo alle loro gioie ed alle loro tristezze. Papo è diverso da tutti loro, però, è un grande, un mito, perché nonostante tutto era colmo di gioie, di voglia di vivere, di ridere soprattutto in compagnia (di amici e lasagna). Se il tuo cuore si avvicina a lui ed ha avuto la fortuna di conoscerlo non può dimenticare, ogni giorno sarà presente.
Alle volte penso al vostro dolore, di genitori, cerco di capirlo, immaginarlo paragonandolo al mio, di genitore mancato, non so cosa sia peggio, se aver vissuto e poi perso o cercare accanitamente e non raggiungere mai. L’unica verità che ogni giorno è un altro giorno, si va avanti, con un sorriso autentico, felici di esserci, di avere quel che si ha, godendo degli attimi di felicità, grazie alla speranza che domani potrà essere migliore di oggi, c’è.
Papo, ovunque sei ora, il mio augurio è di correre, giocare, saltare, essere sempre in movimento, non fermarti mai, perché sono convinto che la vita quaggiù, per un tipino esplosivo come te, ti stava stretta: meglio ora, essere totalmente liberi, in barba agli impegni onerosi di cui il destino ti carica. L’avevi intuito, troppo furbo! Ogni tanto butta l’occhio, da queste parti e dai una dritta ai tuoi, continua a mandarci segnali, perché qui li leggiamo e il saperti felice, ci rende felici.
Un saluto SuperPapo.
W i Pazzi! W chi ha qualcosa da dire! W chi si esprime! Papo, eri al contempo un bimbo ultra fantasioso, mega simpatico, super curioso e “stra lusso” (cit. Papo) estroverso e di contro, anzi ad amplificare e fondere la tua particolarità: mite, sensibile, riservato, educato e rispettoso delle regole. Per me personalmente il migliore tra i compagni di viaggio! Mi facevi ridere, riflettere, eri da sprone, d’incoraggiamento a far meglio e sei ancora tutto questo e pure qualcosa di più, ciao!
Papa
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