La morte non è niente

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Ciao Papo,
sono i giorni del compleanno dei cuginetti, Sveva quando dorme da noi e mi vede al pc prova a leggere nel monitor e sui fogli che ho alla scrivania. Diego ogni volta che mi deve dire qualcosa che ti riguarda, mi dice: “Ma prima che Papo era morto”, Totta si protegge e non vuole sentire nulla di triste e nulla che le metta malinconia. Sai, Papo, penso che Totta nel suo dispiacere bambino, che è molto diverso da quello di noi adulti, sia anche un po’ incazzata con te perché le manchi tanto, si sente sola e non sa con chi giocare per colmare quel vuoto e quell’assenza. Non ti abbiamo perso, le chiavi, il telefonino e la strada si perdono, tu sei morto. Semplicemente morto, in ‘sto mondo terreno fatto di cose solide e tangibili tu non ci sei, sei morto. Sei vivo più che mai altrove, forse, come dicono alcuni, nei nostri stessi spazi ma in una dimensione differente che tra là e qua ha dei limiti invisibili ed invalicabili. Ci si sono adoperati anche Steiner e Jung, che non erano certo dei coglionazzi, per capire questi universi paralleli ed i loro punti di contatto. Gustavo Rol e l’influenza che ebbe sui capi di Stato dei primi del Novecento, gli sciamani, i sensitivi, i medium, i visionari, l’ipnosi regressiva, la mente e lo spirito, concetti affascinanti, delicati, probabilmente con un fondo o un pienone di verità che però noi affezionati e costretti alle cose solide non possiamo capire a fondo, e purtroppo ci sono molti, troppi, ciarlatani che speculano sulle insicurezze e sul dolore altrui. C’è da conoscerle personalmente ed intimamente e fidarsi, se meritano la nostra Fiducia. Io Credo in te Papo! Credo anche che se questi due universi paralleli si sfiorano ma non si toccano mai, un senso ‘sta cosa lo avrà. Avete altro da fare voi di là dall’Infinito, cosa abbiate da fare a noi di qua non è dato sapersi o forse sì, e siamo troppo distratti da tutte le cose materiali che ci riempiono ed assillano l’esistenza. Ecco, questo desidero capirlo e su questo posso fare una ricerca che mi serva e arricchisca. Tu che dici, Papo? Sei vivo nelle nostre vite, nei nostri ricordi e nei nostri cuori. Non riesco a sognarti, solo una volta di sfuggita, forse perché dormo troppo poco e male. Ok, non c’è problema. Devo imparare a convivere col fatto che ho una figlia di qua ed un figlio di là dall’Infinito. Un terzo Stefano mi scrive: “Eppure cazzo perché soffiamo?! Perché crediamo in questa finta separazione. Tutto lì. Se non dessimo ascolto alla mente, che appunto sempre “mente”, e tornassimo ad ascoltarci profondamente ‘Nel silenzio che tutto dice’ allora ci renderemmo conto che quella sofferenza è inutile! Che quella ‘Separazione’ non esiste e che siamo sempre tutti vicini, alcuni dicono addirittura che siamo ‘Una cosa sola’! E allora è quella la meta. Tornare ad essere ciò che siamo, tornare a sentirci UNO per porre finalmente un bel marchio a fuoco con la parola FINE a tutte le sofferenze”. Devo solo imparare a relazionarmi con te che non sei qui ma ci sei come lo faccio con Totta che qui lo è. Tutto qua. Il modo che ho trovato è scriverti ogni notte, non so se è giusto o se è sbagliato ed abbiamo già detto che in questa storia non c’è un giusto e non c’è uno sbagliato, c’è Amore, ci sono Baci, Carezze e Abbracci, torna a darceli anche stanotte.

Ciao Palombaro della via lattea che sa di caffè!
Papà

PS Papo, nel centro della foto si scorge uno scavo a forma di cuore. È il panorama fuori dal reparto di cardiologia dell’ospedale di Trieste, lì dove il tuo corpo ci ha salutato. L’ennesima coincidenza… sicuramente un altro regalo della tua storia.

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