Sono apparso alla Madonna

 

Ciao Papo,

oggi è da capo domenica. Le domeniche quando ero piccolo per me erano così:

Mille lire, paghetta settimanale, la mano di mamma o di papà me le dava, la mia le prendeva e le ridava pochi minuti dopo alla mano cui affidavo fiducioso la scelta del misto. “Mille lire misto”, era il sacchetto di caramelle che prendevo ogni domenica pomeriggio all’oratorio. Tutta la paghetta della settimana spesa con fiducia e senza prendere in considerazione alternative, perché lì dentro, tra l’orsetto, la coca-cola, l’uovo e la liquirizia, c’era tutto, qualsiasi cosa scegliessi era buona, dolce. Era piccolo ma solido, colorato e gustoso, era tutto quello che avevo: mille lire, le caramelle ed un sorriso, era tutto il mio mondo ed era bello!

Da Gaza ad Haiti, dal Tibet alla Grecia, ai miei (i nostri) figli, in un oratorio, in un centro sociale, in una moschea, in qualsiasi strada e posto del mondo, auguro a tutti i bambini di poter vivere quella piccola e solida serenità che ho avuto la fortuna di masticare da piccolo. Vorrei poter fare qualcosa di concreto per costruirla, per tutti i bambini, non solo per viziare i miei. Ma in questo sistema economico che incita la sopraffazione è difficile, ad uscirne abbiamo tutti paura di tornare troppo indietro, quando si stava peggio. Per ora riesco a malapena ad essere coerente con qualche scelta presa e riesco a regalare un sorriso, quando ci riesco. Oggi meglio di ieri, domani meglio di oggi!

Oggi, oggi, oggi da quando sei andato altrove è in loop sempre oggi. Scrivevo ‘sta roba qualche anno fa, non guardando in casa mia, perché comunque tu e Totta eravate dei bambini agiati, amati e fortunati. Tu un bambino fortunato? Noi dei genitori fortunati ad avere te come figlio!

Papo, dì tu per favore di smetterla a chi continua a farci i complimenti dicendo robe tipo “Siete una famiglia splendida!”. Cosa cazzo ne sa? Vive con noi? Ci vede? Ci frequenta? Ci respira? Non siamo più una famiglia. Siamo tre persone tanto vicine quanto distanti che stanno cercando di tirare avanti. Una Famiglia la eravamo e pure Bella! Bellissima! Piena zeppa di Voglia e di Entusiasmo! Ma ora non lo siamo più. O almeno non siamo nemmeno la brutta copia di quella che era e deve essere una famiglia. Con quello che ci è successo caghiamo ancora in testa ad un sacco di famiglie messe insieme con la colla e con lo sputo. Ma le distanze qui dentro spesso sono siderali. A me, Papo, fanno girare i coglioni i complimenti per forza. Le testimonianze d’affetto genuine e spontanee fanno sempre piacere ma non devono essere un dovere. Il “Dovere”, Papo il “Dovere” rovina tutto il mondo dei grandi. Nel mondo dei grandi si perde di vista il “Piacere” e la “Spontaneità”. C’è chi ancora mi chiede il permesso di poter condividere le nostre Lettere. Ieri gli ho risposto: “Fate Volare le Lettere a Papo senza chiedere permesso! Metteteci Amorevole spontaneità e tutto andrà bene! Grazie!”. I baci e gli abbracci arrivano da chi non te lo aspetti e non arrivano da chi vorresti tanto.

In questi giorni uscivi e uscivamo tutti dalle due settimane di ricovero a Niguarda ed io mi sentivo così:

 

“…Questa invece è la risposta a chi mi chiede: “E tu come stai papà?”. Spesso io bestemmio un presunto dio ma dovrei dire “Porca genetica!”. Un solo gene messo un po’ di sbieco ha reso il mio Piccolo SuperEroe unico su cento miliardi di esseri umani. Quel fottuto gene che origina il Mostro ed anche l’Amore Sconfinato che gli tiene botta. Scampata la morte per la quinta volta in soli 8 anni di vita, mio Piccolo SuperEroe, hai una voglia di vivere che mette paura anche al tipo losco con la falce! Tre arresti cardiaci, una sedazione e due aritmie pilotate in quattro giorni, roba che farebbe tremare le gambe anche al campione del mondo dei pesi massimi, e tu sei qui a ridere e scherzare in barba a tutto! La stoffa del SuperEroe non la cuce zia May di Peter Parker nei sobborghi newyorchesi, te la marchiano a fuoco nell’anima i più grandi cazzi che la vita decide di infilarti su per il culo… E tu, Piccolo SuperEroe, sei talmente Eroico che sorridi e ringrazi, sempre! Dispensi buon umore e coraggio e non perdi mai la voglia di inventare avventure, storie e battute e farci ridere!

Io sto che si prova a cercare qualche certezza, ci si impegna e si tiene duro ma il monticchietto di sicurezze che fatichi a crearti viene spazzato via ogni volta che il Mostro si manifesta. Non è “anche questo…” che la nostra famiglia e tu in prima persona devi sopportare, è una vita che va così… E c’è Tanto di Bello anche e Soprattutto in una vita che va così!

Grazie! Grazie! Grazie!

Troppe voci, troppe distrazioni, la vita va avanti ed io riesco a fermarla solo per un paio d’ore a notte quando ti scrivo. Cerco l’Amore, quello vero che mi porterà lontano o a rimanere qui. Non lo so… Boh… Mi piaci! Cazzo se mi piaci tu, Papo! Com’è diversa la vita da appena tre mesi fa… Nel tutto uguale, tutto è cambiato.

Quell’avventura di due anni fa ci segnava per sempre, qualcosa si rompeva irreparabilmente. Sapere quanto fosse instabile e critica la tua condizione. I tuoi limiti si abbassavano ancora, dal fiatone a niente corsa e salti totalmente. Da quella volta sapevamo che eri fortemente soggetto ad aritmie perché nel tuo cuore già a 100/120 battiti si originavano delle ischemie. Al battito basale di un bambino della tua età eri a costante rischio della vita. Incominciammo a somministrarti anche il farmaco aritmico oltre a quello che ti bradicardizzava e ti permetteva l’agio di camminare e muoverti. Per quasi due anni sei stato così bravo, sei riuscito quasi sempre a non correre anche se morivi dalla voglia e per te la voglia rappresentava davvero la morte. Così come è successo. Ma quante ne abbiamo fatte ancora in questi quasi due anni! Alla faccia e in culo a tutto! Quell’avventura di due anni fa si chiudeva con un tuo disegno, nel tuo stile:

 

Papo è a scuola! (E già solo per questo c’è da baciarci il culo lussandoci il rachide!).

Grazie! Grazie! Grazie!

Papo vive le sue cose belle e brutte senza parlarne quasi mai, chiede lui quando ha bisogno di capire meglio qualcosa, per il resto si fida, ascolta e tira dritto senza crearsi inutili problemi (questa è la vera Meraviglia del Sentire dei Bambini!). Quando gli succede qualcosa che lo colpisce, disegna. I suoi disegni sono molto evocativi e spesso spiegano bene le sue emozioni. A distanza di poche ore dall’arresto cardiaco del 5 novembre scorso ha disegnato una “Madonna” (“Sono apparso alla Madonna” come diceva il grande Carmelo Bene) ed un “Fantasma col dito medio alzato” (quando ha il passaggio obbligato per ospedali, Papo si sente legittimano a dire le parolacce, tant’è che l’altra sera ha detto a zia Pally: “Io da grande voglio essere single così posso dire tutte le parolacce che voglio… Almeno una per ogni frase che dico!”). Nella foto a destra, da vero duro quale è, Papo ha lasciato il letto, che speriamo resti sempre vuoto sia per lui che per tutti gli altri bambini!

 

A stanotte Bello Mio!

Papà

 

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