Collateral beauty

 

Ciao Papo,
stasera Zio Pallo e Diego sono andati a vedere l’episodio ennesimo e mai ultimo di Star wars, Mamma e Zia Palli sono andate a vedere Collater beauty e Totta, Sveva, Luna ed io a casina. Tra cena, popcorn, film, pigiama, denti e ninna nanna di un’ora, ci siamo divertiti un sacco a storpiare la canzone del draghetto di Mamma, riesco a scrivere solo adesso, è stata una serena giornata in compagnia. Sveva ha su il tuo pigiama e le tue ciabatte e prima faceva tutte le smorfie ed i movimenti con le braccia che facevi tu. Non so lei quanto ne fosse cosciente a me sembra di rivederti.
Allora, veniamo a Collateral beauty, io non sono Will Smith ma lui non è nemmeno me. Mettiamolo subito in chiaro! Lui è bello, alto, muscoloso, sexy e milionario ma io ho le orecchie più belle delle sue! Il film comincia che lui è bellissimo, un’imprenditore di successo nell’ambito della pubblicità. Scena all’americana nella quale un uomo con un sogno imprenditoriale, lui Will, ammalia tutto il suo gruppo di lavoro. Parla delle tre grandi fascinazioni: morte, tempo e amore che portano le persone ad avere sogni, bisogni, comprare, spendere e guadagnare. Tutto molto americano. Troppo per i miei gusti ma tant’è. Quanto piace agli americani essere americani? Spesso mi sembrano esseri umani fatti proprio di materia cerebrale diversa da quella di noi europei. Ancor più di quella di noi italiani, tutti tristi, lamentosi, tutti geni, tutti capi, la nazione delle partite iva, loro invece gli dai un obiettivo e un bravo motivatore e spaccano il culo ai passeri, nazione di Marines. Spesso mi sembrano degli osceni coglioni ma riscontro che deve essere più semplice vivere da americani, proprio perché è più semplice essere degli osceni coglioni.
Papo, avvisi tu tutti quelli che vogliono guardare il film che questa Lettera è una mega spoilerata? Quelli alla moda dicono così quando si svela la trama di un film o di un libro.
Scena successiva, tre anni dopo, a Will muore la figlia di 6 anni e si ritrova invecchiato di 20 anni e conciato una merda. Non parla con nessuno, non ha relazioni sociali, va in ufficio tutti i giorni ma solo per costruire elaboratissime piste di domino. Io tra tre anni vorrei almeno essere rimasto così come sono adesso anche se ci sono infiniti spazi cosmici per migliorarmi. Questo è un mio commento a margine da uno che ha vissuto sulla sua pelle una situazione simile e gli si perpetua tra cuore e cervello ogni minchia di secondo: Will, non dico una risata che non ci riesci, manco un cazzo di sorriso visto che ti piglia male vivere, ma almeno una parola, un merda di “Ciao” per sbaglio… l’impasse di Will porta nel baratro anche l’azienda. Papo, tu a questo punto ti saresti alzato e te ne saresti andato fuori dalla per troppa devastante desolazione. Io invece sono andato avanti nella visione perché volevo capire cosa il regista volesse spiegare e sviscerare, stiamo scrivendo anche noi il soggetto per un film e l’argomento del quale si parla quello è. I tre soci di Will, estenuati ormai da tre anni di lento, persistente e progressivo declino, ormai sull’orlo del fallimento decidono di assoldare investigatrice privata per capire se esistano spiragli nei quali insinuarsi per far riprendere la trebisonda a Will o estrometterlo dall’azienda per totale follia. I tre soci sono: il suo caro amico, interpretato da Edward Norton che vive la sventura di essere stato bandito da casa dalla moglie, a causa di un tradimento, e soprattutto dalla figlia con la quale sulle prime perde la speranza di poter coltivare un rapporto; Kate Winslet donna in carriera che rinuncia ad una famiglia e ai figli per troppa dedizione alla causa aziendale; e Michael Peña l’ispanico volenteroso promosso a socio da Will, malato di non confesso a moglie e figli di tumore. Ecco questo è il fulcro del film: come non far fallire l’azienda, i rapporti che legano le persone, non la bellezza collaterale, concetto che viene menzionato tre volte di numero sul finire del film senza essere né spiegato né approfondito. La bellezza collaterale è nei rapporti tra le persone? Bah… il film non lo dice… per un americano credo non esista bellezza più grande di tenere in piedi la baracca, questo succede grazie alla trovata di Edward Norton, anche questa parte fondamentale del film. Papo, sai che hanno proprio sbagliato il titolo di questo film? Hanno messo insieme queste due parole molto evocative ma col film, con ciò che mettono in scena per un’ora e mezza, non c’azzeccano niente. Dicevo della trovata di Edward Norton, praticamente l’investigatrice privata scopre che Will ha scritto una breve lettera ad ognuna delle tre grandi fascinazioni: una a morte, una a tempo e una ad amore. Edward dopo che la moglie lo caccia di casa, torna a vivere dalla mamma malata di Alzheimer. Grazie alla patologia della madre sa che si riesce ad avere un rapporto solo dando seguito alla patologia, non imponendo la normalità. Quindi quando l’anziana signora parla, delira, lui la segue e rilancia, in questo modo riescono a stabilire un rapporto e conversare. Qui l’intuizione geniale del personaggio interpretato da Norton: e se Will ci parlasse veramente con morte, tempo e amore? Spiegato il piano ai suoi tre soci si imbattono in tre attori ognuno dei quali interpreterà una delle fascinazioni. Ecco, la storia e lo sviluppo del film fanno perno su ‘sta roba qua e non sulla “Bellezza collaterale” il titolo del film avrebbe dovuto descrivere questo. L’intrecciarsi dei rapporti tra i vari personaggi è anche piacevole, io carico del mio recente vissuto ci ho visto molto poco di quel che ci cercavo e cioè dell’elaborazione del lutto, di strumenti, strategie, stati d’animo, il film non parla di questo anche se il trailer è incentrato su questo. Will, stordito da questi incontri, pensa di avere delle allucinazioni e finalmente si decide ad entrare nell’aula dove si ritrova il gruppo di sostegno per genitori cui sono morti i figli. Per molte sere aveva osservato queste riunioni dalla cancellata dell’edificio senza mai riuscire a trovare il coraggio per entrare. Qui parte un’altra storia centrale del film, il rapporto con la relatrice del gruppo di sostegno ma Papo, non vado oltre con la descrizione del film perché non è mia intenzione denigrarlo. Non è pessimo, gli attori tutti sono molto bravi e convincenti nei loro ruoli ed un 6 1/2, forse anche 7, glielo do. Non trovo però corretto dare un titolo e creare un trailer che fanno pensare, cazzo non lo fanno pensare, te lo dicono loro la “Bellezza collaterale” e tu spettatore vedi di tutto, anche molto interessante ma di ‘sta “Collateral beauty” manco l’ombra. La cosa che mi è rimasta impressa è che il 79% delle coppie cui muore un figlio si separa, si vede e si sente, qualcosa di molto grosso dentro si rompe, per sempre. Non ho pianto, il film non fa piangere, almeno me che da quattro mesi di lacrime ne verso a profusione, ci si commuove sul finale. Non è un film strappa lacrime e non è straziante, di questo gliene va dato atto.
Papo, io cercavo paralleli tra la nostra storia ed il film, linee direttrici che in realtà non ci sono, il film di Will Smith proprio non prende in considerazione e va benissimo, le ha lasciate a noi da descrivere. Papo, tranquillo, la nostra storia è molto più Bella! Nella nostra storia ci sei tu e c’è il tuo messaggio! Come mi scrive Ada una bella signora cinquantenne buddista conosciuta e frequentata al parco a passeggio coi nostri cani Armon e Luna:

Adesso sono in pari di nuovo! Ero indietro di una settimana con le Lettere. Dopo essermi fatta una bella camminata di minuti 45 con Armon al parco, colazione e lettura. Il Don è un grande e mi sono ritrovata molto nel suo pensiero rispetto a come è nata la Chiesa. Ed il tuo pensiero è il mio di sempre: Gesù era un folle, un dolce folle, che credeva nell’amore cosmico e per questo credo si è battuto fino in fondo. Lui sapeva che non è togliendo vita ad il corpo che si muore. Come Gandhi del resto. Grandi persone che non si fermano davanti a nulla per divulgare Amore. Come stai facendo anche tu. La filastrocca invece dovresti venderla a Jovanotti come testo x una delle sue canzoni. E parliamo della D’Urso… credo che diventeresti il mito di molti… insomma Andrea, grazie, sempre. E mo’ un bel Daimoku (preghiera buddista) e poi la tinta così ritorno ad essere figa 😜😘
Dopo una mezz’oretta, sempre Ada: Mentre recito le mie preghiere mi sta venendo in mente che forse Papo è davvero un entità superiore e si è presentato a te in carne ed ossa per farti avvicinare a ciò che non è solo concreto e razionale. Nel buddismo si parla di espedienti. Ecco, forse anche Papo è un espediente per aprire il cuore di molte persone. Papo sta facendo riflettere una marea di gente su senso della vita, ci sta insegnando ad assaporare attimo dopo attimo, tutto ciò che la vita ci dona ogni istante, brutta o bella che sia. Ma è vita. E anche grazie a te ciò avviene. Perché se tu non condividessi questo tuo viaggio, tutta questa ondata di Amore non ci sarebbe.

Papo, io cercavo un gancio, una storia cui attaccarmi che trascinasse anche noi, prima di vedere il film pensavo: “Fossimo astuti diremmo: in Italia c’è un Coglione di padre che è Will Smith in carne ed ossa ma io non voglio e non posso dirlo, io scrivo a Papo. Tra 20 anni, quando sarò arrivato a lettera 8.523, lo capirà tutto il mondo, è solo questione di tempo e di non avere fretta”. Zamo ragionava: “Ieri ho ragionato con la cazzima del manager… ragionavo sul film di Will Smith e secondo me succederà qualcosa… ho avuto la sensazione che succederà qualcosa, senza astuzia ma per aver seminato, succederà da sola e succederà alla fine di gennaio, qualcosa arriverà, stanotte il messaggio era chiaro, qualcosa arriverà, fine gennaio”. Il film di Will Smith è costato 36 milioni di euro, per produrre il nostro film “La salita” http://www.paposuperhero.com/…/la-salita-storie-di-un-minu…/ ci vorrà almeno almeno un milione di euro. Dove lo troviamo un milione di euro se dice il saggio: “In un contesto sociale in cui le necessità vitali di ogni persona si possono soddisfare solo producendo merci per avere un reddito monetario con cui acquistare merci, i rapporti interpersonali si fondano essenzialmente sulla compravendita che, a sua volta, si fonda sulla diffidenza reciproca e sulla competizione. Se invece di rapporti sociali basati esclusivamente sulla mercificazione, le persone che vivono in città instaurassero legami di collaborazione, si donassero reciprocamente tempo, attenzione, solidarietà, mettessero gratuitamente a disposizione degli altri le proprie competenze professionali, si ridurrebbe la loro necessità di acquistare e vendere per soddisfare tutte le esigenze vitali. Farebbero decrescere il PIL (Prodotto Interno Lordo), ma non si priverebbero di nulla. Al contrario, migliorerebbe la qualità delle loro relazioni interpersonali e il loro benessere psicofisico”. Zamo, Zia Anto, Zio Frenk, Ale, Ari, Eva, Manu, Simo, Vale, BtB, Luigg, Anna, Macilla, Scatolo, Skifezza questo mi Regalano: Tempo, Perizia, Passione, Amore e Amicizia. Siamo un vero e proprio gruppo di lavoro, non per portare a casa uno stipendio ma per far vivere un Sogno! Non abbiamo regole precise è nato tutto dalla spontaneità di voler partecipare e dare una mano a quel minchione che passa le notti a scrivere. Certo abbiamo molto da migliorare per perdere meno tempo ed essere più efficaci ed efficienti. Dobbiamo diventare virali per farcela, per riuscire a produrre libri, canzoni e film e dobbiamo farlo rispettando il nostro codice etico che tu Papo, in 10 anni di vita, con la tua Eroica Leggerezza hai scolpito nella pietra e marchiato a fuoco nel mio cuore e nella mia mente: Giocare, Divertirsi, Ridere, Inventare, Creare, mangiare e stare Insieme. Mai abbattersi, difronte a niente e mai muovere le leve del caso umano, della tristezza. Non avere fretta e non cercare scorciatoie. Papo sei un Divertentissimo Figo Sorridente con la battuta sempre pronta, così raggiungeremo ogni traguardo, uno per volta.

Papo, quanto sei importante per tutti noi, a prescindere dal dolore per non averti più qui, sei la nostra cometa, sei il dito che indica dritto verso la luna. Butterei tutto all’aria in un decimo di secondo senza manco pensarci se solo tu potessi tornare qui con noi in carne ed ossa ma è andata così ‘sta storia e possiamo solo tirare fuori il meglio di quel tanto che ci hai lasciato e continui a farci vivere. Grazie!
Papà

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