L’Artista dei due mondi a cavallo dell’Infinito
Ciao Papo,
ieri notte ti ho sognato. Eri nella vasca da bagno con Totta, io sapevo che in questa vita eri morto e ti guardavo ed ero contento perché eri tornato vivo. Mi domandavo tra me e me: “Ma Papo mica è morto?” e mi stupivo perché eri vivo! Perché non corressi ad abbracciarti, baciarti e parlarti non lo so. Era come se fossi uno spettatore a teatro, allo stadio, guardavo, partecipavo emozionandomi ma non interagivo con te. Eri vivo, come lo sei in tutte le foto che ti ritraggono. Eri ancora più vivo che nelle foto perché ti muovevi, gridavi e scherzavi con Totta. Eri proprio vivo come fino a otto mesi fa, di quel vivo che ci si accorge solo dopo la morte. Ero io che ero diventato una foto, immobile, una statua di sale. A volte mi sembra sia proprio così: tu vivo nel mondo di noi immobili di fronte alla morte.
Ieri sera al laboratorio d’arte o corso di “Arte terapia” con Nadia ho dipinto ‘sta roba qua. Mi sono approcciato diversamente rispetto alle precedenti otto lezioni al percorso esperienziale che si vive dipingendo. Solitamente ho da subito un’idea chiara e coi miei limiti tecnici disegno quello che mi si anima dentro, molto liberamente, senza alcuna pretesa se non quella di vivere l’esperienza presente. Ti ricordi Papo le incazzature e le risate che ti facevo fare a giocare a Pictionary perché disegno come un carciofo? Perdevamo sempre io e Te e invece Mamma faceva capire tutto al volo a Totta. In una competizione mondiale di disegno a mano libera tra ciechi, focomelici e mutilati di guerra agli arti superiori arriverei ultimo a mani basse. Ma questo corso non tratta il classico “Bello” che appaga l’occhio ma l’espressività. E i miei carciofi di disegni sono pieni di roba che pulsa dentro. Il percorso di ieri sera prevedeva di disegnare su un foglio molto piccolo, la dimensione ridotta del foglio libera dall’ansia, un foglio grande ci vuole di più per riempirlo, e questo è un gran consiglio che devo accogliere anche nel quotidiano quando mi sento perso nella vastità del “E adesso come cazzo si fa a vivere…!!?”. Quindi foglio piccolo, ma proprio piccolo tipo i cartoncini formato A5 sui quali disegnavi tu. Ho disegnato prima degli ideogrammi, tutti colorati, in bello stile, almeno la grafia quella ce l’ho buona. Mi sono lasciato guidare dal tratto delicato dell’acquerello. Questo è il primo livello del disegno, lo sfondo. Dei bei ideogrammi colorati. Poi m’è venuto da sporcare il foglio di nero, con quei tratti diagonali che fanno ombra, confusione, celano e occultano la base del disegno. Le sporcature nere tolgono forza alla bellezza del colore e all’armonia del tratto sullo sfondo. Questo è il secondo piano del disegno. Quindi mi sono ritrovato con una cosa bella in mano che però è stata macchiata e imbrattata per sempre da un evento nefasto. Cosa ti ricorda questo punto del disegno Papo? E qui come sempre sei arrivato tu in mio soccorso! L’Idea Geniale per riportare il tutto al momento ed allo stato d’animo presente. Ho iniziato a disegnare delle faccine sorridenti, anche loro molto colorare e questo è il terzo livello sovrapposto del disegno. Sotto ci siamo noi vivi del mondo di qua dall’Infinito, gli ideogrammi colorati, tutti intenti a svolgere le nostre attività, i nostri lavori, dedicarci alle nostre passioni. Nel mezzo c’è la nera burrasca, l’accadimento funesto spiazzante e debilitante. Sopra ci sono i sorrisi di voi di là dall’infinito che ci tenete d’occhio placidamente e siete nello stesso nostro spazio. Papo, con tutti i miei limiti, bisognerebbe farlo dipingere ad un pittore Bravo e Vero, ma sei riuscito a farmi disegnare quel blocco spazio temporale in mezzo tra l’Infinto di qua e di là dalla morte. Ho dipinto quella porta che si schiude tra due mondi che collimano, si sfiorano ma non si toccano. Ho dipinto la vita, forse la morte, mi hai anche detto il titolo di ciò che m’è uscito fuori: “La morte non esiste”.
Mamma e Tu ve la raccontavate riguardo l’incontro con una tal persona, Mamma ti fa: “E ti ha detto di non dire parolacce!!?”. Tu: “Ma come!!? A me dire le parolacce dà sollievo! Quando mi sento giù mi dico un bel po’ di parolacce sottovoce e mi sento meglio!”.
Anche io faccio lo stesso Papo, da otto mesi bestemmio e piango come un caimano cui hanno schiacciato la coda, ma tra scrittura, poesia, imbastire canzoni, cantare e dipingere anche l’Arte fa la sua bella parte a salvarmi il culo!
Grazie Artista dei due mondi a cavallo dell’Infinito!
Papà
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