FARE FEDE
tre anni fa mi scappò di scrivere ‘sta roba riguardo il giorno dei morti:
“Anche nel giorno che commemora i nostri cari defunti la banalità e la sindrome del primo della classe si sprecano. Il mio pensiero, la mia stima ed il mio affetto vanno a chi è vivo e ha dovuto fare aspri conti con la morte. Leggo grandi massime e grandi pensieri e penso alla semplicità di tre care mie amiche, una delle tre è la mia Compagna, le altre due le sue sorelle. Prive dei genitori da 18 anni, erano poco più che ragazzine, la più piccola era ancora una bimba. E provo vergogna, schifo, sdegno e rabbia per quanti si sentono sempre in dovere di dire la loro e di fare la morale, il sermone, la paternale. Le tre sorelle a me care sono la prova provata che le cose si FANNO, giorno per giorno con calma nel silenzio con FEDE e non si dicono. Fede che non ha niente da spartire con preti, clero, cristi e madonne ma con quel profondo senso di appartenenza e gratitudine alla Vita. Le tre sorelle a me care hanno sempre tirato avanti rimboccandosi le maniche, per quanto possibile col sorriso sulle labbra, non le ho mai sentite lamentarsi né cagare il cazzo al prossimo, non le ho mai sentite piangersi addosso e prendersela con un qualche dio, lo impreco io per loro.
Vi Stimo! Vi voglio bene! Siete un esempio! Il mio esempio!
Oggi non ho più da dire niente perché la morte non esiste.
“R.I.P.” ‘sto cazzo Papo! Vivi! Divertiti! Fai casino! Nel Tuo mondo affianco ed anche Insieme a noi!
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