Essenza Cosmica
“A me m’ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c’è una ragione. Perché proprio in quell’istante? Non si sa. Fran. Cos’è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C’ha un’anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un’ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall’inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d’accordo, allora buonanotte, ‘notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran.
Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all’Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: “A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave”. Ci rimasi secco. Fran.”
Alessandro Baricco, Novecento. Un monologo
Non hai letto il libro ma ha visto il film: “La leggenda del pianista sull’oceano” stasera io e Totta facciamo i fidanzati sul divano e glielo propongo!
L’altra sera ci ha fatto ribaltare dal ridere, proviamo a far partite “Lo chiamavano Jeeg Robot” dimentichi che la scena più truculenta del film è proprio all’inizio quando Lo Zingaro, sdegnato per aver ricevuto come regalo rubato un iPhone bianco anziché nero, sfonda il cranio a colpi di telefonino al maldestro malcapitato. Totta, col tono impassibile e professionale da documentarista, mentre io e Mamma coi conati di vomito tentavamo di sospendere la visione: “Avete visto come si uccide un uomo con un iPhone…”.
o su una zattera in mezzo all’Oceano
tra Infiniti mari di Essenza Cosmica
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