Saper scrivere, far ridere e fare l’amore
Ciao Papo,
una decina di giorni fa sono tornato nel posto dove, senza cercarti, ti ho più trovato in questo nuovo lungo viaggio in cerca di coraggio, come scrivi Tu nella “Il Rock’n’Roll nel sangue”. Sono stato con l’amica Mirella al Progetto Moebius a partecipare all’incontro “L’uomo e il suo destino”. Anche questa volta non ho vissuto l’attesa di cercarti e non avevo la pretesa di trovarti, sono andato lì per capire come cercare e trovare Me. Papo, è stato molto interessante l’incontro con Bruno Pepe ma in così poco tempo è risultato poco pratico. Ogni risposta è dentro noi e bisogna centrarci in noi stessi medesimi. Questo il sunto dell’altra sera, come si faccia a farlo non si sa, se non slegandosi da affetti e situazioni morbose e beni materiali, anzi queste sono conseguenze del cambiamento interiore. Non sappiamo chi siamo, fuggiamo dalle nostre zone d’ombra, quando dovremmo entrarci a fondo per conoscerci fino in fondo. Siamo ognuno di noi un essere complesso, composto e stratificato da vari ambiti che ci formano, Ego, vite precedenti, razionalità, famiglia, condizionamenti, Anima, ecc… che risente e risuona con, per ed insieme a tutte le energie che ha intorno, gli altri. Dobbiamo abbandonarci alla fiducia, alla Fede. Non quella religiosa ma quel passo verso noi stessi e gli altri senza avere attese e pretese. Principio di causa ed effetto, ci torna indietro ciò che abbiamo fatto così come lo abbiamo messo in moto. Legge di attrazione, ci succede ciò che attraiamo, ciò che pensiamo e desideriamo veramente a prescindere dalla nostra razionalità ma da come ci predisponiamo a relazionarci con noi stessi e con l’Universo.
Ha parlato di solitudine, essenziale e vitale per conoscersi, bastarsi e stare davvero bene con sé stessi. Abbiamo paura di non avere futuro, questo ci porta a cercare la felicità al di fuori di noi stessi e dipendere dagli altri. Ma la ricerca, la meta che è percorso, è la conoscenza, l’accoglienza e la serenità di sé stessi con noi stessi. Papo, io ho fatto il mio intervento a mio modo dicendo che nella teoria è tutto bello e comprensibile ma in pratica come si fa? Ho detto che evidentemente sono proprio di coccio di quello duro dato che me ne succede una dietro l’altra. Ho detto che mi definiscono una persona resiliente dato ciò che mi è successo negli ultimi due anni e trovo comunque il modo per andare avanti. Papo, ti ho menzionato nella domanda che ho fatto, era inevitabile, è che da lì è cambiato tutto e i miei dolori sono nati, aumentati e si sono sommati. Ho detto che la teoria la comprendo e Sento tutta ma poi mi devo alzare ogni mattina e scontrarmi con la quotidianità materiale con la quale mi riconosco sempre meno. Lui, Bruno Pepe, il relatore, ha detto di un qualcosa di irrisolto nella nostra famiglia, del rapporto tra figlio e madre, ma non ho ben capito… “Papo è come se avesse scelto di tornare a casa” qualcosa di simile ha detto. Ho il suo numero di telefono e andrò a trovarlo gratuitamente tra una settimana.
“Sì mette cazzo… dove non si rompe cazzo!”.
Credo sia una Massima Zen o forse Karate Kid…
Ho imparato anche questo da quella interessante serata… Papo, ti ho fatto ridere? Tu non lo hai conosciuto il sesso, la passione, le relazioni di coppia a quest’ultimo giro di giostra… io so scrivere, so far ridere e so fare l’amore. Lo so fare bene e mi fa bene e chi mi cozza contro ne gode con me. Io so esattamente quello che so fare! Non so cosa cazzo farmene, questo è il punto. Perché uno in teoria con questi talenti dovrebbe fare lo scrittore, il comico, il “puttano”. Non ci faccio niente e ci faccio tutti e tre ma a casaccio. Vivevo una vita convenzionale, forse preimpostata in famiglia che per altro mi piaceva e mi veniva pure bene! L’Amore si Sentiva Forte e teneva tutto e tutti insieme! Tu Papo ci tenevi insieme più del Super Attak! La mia costante in ‘sto passaggio terreno è sempre stata quella di stare in un posto e desiderare di essere altrove, mai realizzato a pieno; mai sentito e lasciato libero di farlo, mai appoggiato e incoraggiato a farlo, anzi, spesso e nei momenti cruciali di ‘sto unico passaggio cosciente mi è stato mosso contro senso di colpa e del dovere; mai avuto la giusta fame e la giusta forza e coraggio di lanciarmi, farmi male e/o realizzarmi, di tanto in tanto questa insoddisfazione di fondo veniva a galla e rivendicava il diritto e dovere di essere risolta. Tua Mamma mi ha sempre appoggiato, delicatamente, senza essere troppo ingombrante, come è nei suoi modi, anche queste mie questioni irrisolte l’hanno allontanata. Ad oggi dopo tutto quello che mi è successo in questi due anni e ci sto convivendo e superando sono seduto a quella scrivania a fare per lo più cose per ME senza senso che IO detesto fare. Ho libri e pezzi di vita da scrivere, quadri da dipingere, boschi nei quali camminare, montagne da scalare e fiumi da osservare scorrere e devo essere riconoscente alla mia famiglia perché sono dei gran lavoratori e devo vergognarmi perché a me non interessa il loro sogno e la loro attività? Famiglia per me non esiste più, famiglia siamo io da solo, Totta e Luna a giorni intermittenti. Devo vergognarmi perché ho una sensibilità artistica prepotente che vuole emergere da sempre ed io invece devo tenere tutti i pezzi insieme e fare il bravo ragazzo? Io sono proprio un bravo ragazzo anche se ultimamente mi scopo ogni cosa che sfioro. Non è la frase di un film o è la frase del film che sto vivendo in ‘sto pezzo di ‘sto passaggio terreno, è per forza di cose il momento di andare a fondo, conoscermi fino in fondo, Sentirmi, cambiare e andare verso ciò che devo a me stesso, alla mia Essenza, alla mia Anima.
Papo, mi hai Insegnato che non si deve piangere, lamentarsi, crogiolarsi nei propri dolori o ignorarli e basta. Si deve capire, cogliere e cambiare, Migliorare sé stessi. Credo sia solo e tutto questo il semplicissimo ma difficilissimo Gioco della vita. Il gioco che ci tocca in ‘sto percorso terreno che stiamo attraversando per far avanzare la nostra Anima al livello successivo.
Papo, come sempre Papo, eri il più Avanti di tutti perché si Bastavi, ti riempivi, eri il Miglior Amico di sé stesso e cazzo se si vedeva e lo sprigionavi tutto questo! Noi altri intorno eravamo irraggiati da Te! Anima Antica in viaggio da secoli l’abbiamo vista, l’abbiamo vissuta e ne abbiamo goduto. Questo era il Senso del Tuo ultimo passaggio e ciò che hai lasciato in Dote a ‘sto mondo malato anche di famiglia e dei suoi nodi irrisolti.
Certo Papo che provo a prendermi Cura di ME, è che senza passare dal prendermi cura di altri, senza essere integrato in qualcosa in cui Credo, da solo, mi risulta tutto più difficile perché solo non ci sono mai stato e non ci so stare da solo, devo necessariamente imparare a farlo per ME. Grazie!
Papà
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