Dillo alle Stelle
Ciao Papo,
la mattina dormiamo fino a tardi, di giorno ne facciamo quante più possibile. Abbiamo rischiato le penne ad Alberobello arrivando alla una sotto un sole cocente e nemmeno un briciolo d’ombra, siamo stati a farci il bagno a Polignano a mare, che posto incredibile! A cena da zio Marcello e Katia, a pranzo da Zia Anna e Paolo e per due sere di fila in spiaggia a tentare di guardare le stelle cadenti. Non ne ho vista manco una… l’anno scorso coi Cuginetti in Trentino, in spiaggia al lago, ti ricordi che ne avevamo viste tantissime? Ma almeno, dieci, quindici o venti. Purtroppo è una vaccata la storia di esprimere un desiderio, lo sai vero? Rammento di averne viste almeno dieci e per dieci volte ho espresso un unico desiderio: che Tu diventassi grande, forte e in salute. Da ‘sta parte dell’Infinito non è andata così perché poco più di dieci giorni dopo da quella slavina di stelle cadenti e di un unico Grande Sogno finiva tutto, per me si spegneva la luce. Pensavo sarei diventato pazzo, barbone, senza tetto, folle, suicida, privo di voglia, desideri e vita se ti fosse successo il peggio. Il peggio è arrivato, come al solito io e Te da soli, come al solito una corsa disperata per chiedere aiuto, come al solito quel cazzo di cuore troppo debole per il Tuo bisogno di Vivere. Così s’è aperta e chiusa la porta che ti ha accolto verso l’altrove di là dall’Infinito e di quella merda di pugno di mosche che mi è rimasto in mano, ogni giorno ho fatto Tesoro per andare avanti, io e tutta la nostra Famiglia. Io uno come Te e uno come Me dovevo proprio conoscerli, perché non siamo mica normali. Quelli normali trovano il modo per non parlarne, mettersela in tasca, andare a piangere sulla tomba al cimitero ogni domenica mattina e stop. Tu non sei al cimitero, con buona pace dell’anima di Foscolo e della “Degna sepoltura” sei in tutto ciò che è Vivo e sprizza gioia! Tutta la gioia che ci hai messo a vivere con soli 99 battiti e 10 anni a disposizione. Vieni ancora a farti il bagno al mare insieme a noi, ti ho fatto una foto l’altro giorno nell’acqua limpida. Sei nell’ironia di Totta che a trenta all’ora dietro a un camion fa al camionista: “Ué bello, tutto a destra c’è il pedale dell’acceleratore, schiaccialo e vai!”. Sei l’esempio vivente della Filosofia di Tolstoj: “La morte è più certa del domani, della notte che segue il giorno, dell’inverno che segue l’estate. Perché allora ci prepariamo per la notte e per l’inverno ma non per la morte? Dobbiamo farlo. Ma c’è solo un modo per prepararsi alla morte: vivere bene”.
Mi è rimasto un Unico Grande Sogno, rivederti e riabbracciarti. Lo so che sono un cazzo di cocciuto testardo e Tu vieni a trovarmi così spesso che dovrei essermene fatto una ragione ma io proprio quel Bellissimo Muso e quello Straordinario Sorriso voglio tornare a carezzare e baciare. Ma forse sei cambiato per sempre, sei diventato Grandissimo ed Eterno. Sei cambiato come l’amore giovanile che è spensieratezza e svago e poi pretende affidabilità e maturità. Se anche l’avessi vista una stella cadente non so se avrei avuto il coraggio di esprimere il mio Desiderio, mi ha così pesantemente tradito lo scorso anno… ‘sta volta non posso essere deluso.
Papo da questa parte dell’Infinito lo Spettacolo delle stelle cadenti è una Meraviglia fuori dal comune e racchiude anch’essa l’Essenza di ciò che sei diventato. Noi le stelle che attraversano il cielo in un lampo le vediamo nel momento presente ma quello stesso bagliore che attraversa il cosmo non sta accadendo nel momento presente ma giorni, mesi, anni e decenni prima. La distanza astrale tra il nostro sguardo e la corsa della stella si compie nel momento in cui la guardiamo anche se la realtà cosmica si è compiuta decenni fa. Proprio come succede a noi, scrivo della nostra vita insieme accaduta anni fa e il suo Misterioso fascino si compie nella sua Immutabile Ricchezza ogni volta che abbiamo bisogno della Tua Preziosa Presenza.
Ciao cielo di Stelle!
Papà